«Un inverno monco e l’incognita estate»
Alta val badia. “Abbiamo perso un quarto della stagione invernale, un mese e mezzo che si presentava con ottime prospettive, ma adesso nel turismo prevale la preoccupazione per l’estate: sappiamo che...
Alta val badia. “Abbiamo perso un quarto della stagione invernale, un mese e mezzo che si presentava con ottime prospettive, ma adesso nel turismo prevale la preoccupazione per l’estate: sappiamo che non si ripartirà subito, che non sarà come al solito”. I numeri in rosso e i programmi in dubbio oscurano i pensieri di Oscar Alfreider, primo presidente dell’Associazione Turistica Alta Badia (Atab), nata a gennaio per unire le forze di Corvara, Badia e La Valle, 828 associati fra operatori del turismo, commercianti, artigiani.
“Tutto è fermo - riprende Alfreider - un po’ come accade a fine stagione, quando si chiude e si mettono a posto le cose, le strutture, i bilanci. Adesso però lo stop è forzato ed è arrivato un mese, un mese e mezzo in anticipo, bruciando prenotazioni che coprivano tutto marzo. Abbiamo la neve, una natura che è uno spettacolo e non c’è nessuno”.
Quanto costerà l’emergenza coronavirus in Alta Badia, fra introiti sfumati e programmazioni in stand-by?
“In una stagione normale - risponde Alfreider - fra gli operatori si dice che il ricavato del mese di dicembre serve a coprire le spese anticipate per avviare tutto in ottobre e novembre, con gli incassi di gennaio si pagano gli acquisti delle merci stagionali e con febbraio si fa fronte agli stipendi dei collaboratori. Marzo rappresenta più o meno il guadagno e marzo quest’anno è sfumato, con metà aprile”.
Si può puntare sull’estate?
“Al momento l’estate è un’incognita, a partire dai Bike days e dalla classica Maratona dles Dolomites nella prima domenica di luglio. Ci siamo già riuniti per parlarne e abbiamo intanto allungato i tempi per le iscrizioni. Aspettiamo i primi di aprile, la scadenza del 3 a cui si riferiscono per ora le misure d’emergenza. I punti interrogativi sono tanti”.
Cosa fa paura?
“Le prenotazioni per la bella stagione sono ovviamente ferme. Tra l’altro non so che risposte potranno arrivare da mercati per noi fondamentali come la Germania e la Gran Bretagna, Paesi rispettivamente al secondo e terzo posto per gli arrivi turistici in Alta Badia, Paesi che vengono adesso investiti dall’emergenza virus. Speriamo nei turisti italiani, il primo nostro bacino di clienti, ma bisognerà valutare la capacità di spesa e la disponibilità di ferie dei nostri connazionali”.
Anche il marketing è al palo.
“Siamo in contatto con Alta Badia Brand, Idm e SuperSki. L’idea è di essere pronti per ripartire al più presto, ma c’è un problema di liquidità per pianificare le iniziative. Gli introiti dalla tassa di soggiorno, ad esempio, ci sono stati, sono buoni fino a febbraio e ci portano avanti fino ad aprile, ma ci sono i costi della gestione ordinaria, i pagamenti dei collaboratori e vediamo come potrà andare con i contributi dai nostri associati”.
Ecco, fra i soci prevale la paura, la rabbia, l’incertezza...?
“La preoccupazione. Dalle banche sono venute indicazioni incoraggianti sullo spostamento delle scadenze di pagamento dei mutui, dalla politica abbiamo avuto riscontri positivi quanto al rinvio di obblighi fiscali e relativi all’iva, anche se auspicherei maggior chiarezza e una semplificazione delle procedure burocratiche richieste per accedere ai benefici. E comunque resta il fatto che senza liquidità non si imposta nemmeno una ripresa e ora ci confrontiamo con segnali inediti”.
Per esempio?
“Come sono bloccate le prenotazioni, così ad esempio non ci sono inserzioni e annunci di disponibilità di collaboratori in vista della stagione estiva. Già da un paio d’anni non è più facile trovare personale stagionale, che talvolta viene da noi per lavorare il tempo necessario a maturare il diritto alla disoccupazione. Ora è più difficile e diventerà sempre più difficile”.
Diceva di attendere la scadenza del 3 aprile e rifare il punto in quell’occasione. Una prospettiva ottimistica?
“È l’indicazione ufficiale delle attuali misure d’emergenza. Vediamo. Vediamo di giorno in giorno. Ci troviamo in una situazione senza precedenti, che non si poteva prevedere e che stiamo capendo come gestire”.