Merano

Ex Solland, gli operai ricollocati sono solamente 47 su 72 

La denuncia di un dipendente: «Mi sono arrivate due proposte di lavoro assolutamente inadeguate». Il presidente di Eco Center, Concer: «Ci siamo fatti in quattro per tutti: qualcuno è andato via, altri hanno aspettato fino all’ultimo»



MERANO. Nel mirino di alcuni ex dipendenti Solland - che lamentano il rischio di rimanere presto senza lavoro - finisce ancora Eco Center. Ovvero, la società con capitale in mano a Provincia e comuni dell'Alto Adige specializzata nel trattamento dei rifiuti alla quale il presidente Arno Kompatscher aveva affidato il compito di bonificare gli impianti della ex Solland di Sinigo. Infatti, a seguito di una serie aste di vendita andate a vuoto e offerte giunte fuori tempo massimo, nel 2019 venne decretata la chiusura definitiva dell'ex Montecatini. A quel punto, non senza aspre polemiche si dovette procedere alla sua messa in sicurezza.

La vicenda attorno alle aste deserte e offerte mai realmente concretizzate così come l'inizio dei lavori di bonifica che sancivano la fine di una gloriosa storia aziendale scatenarono una serie di scioperi e contenziosi tra un gruppo di dipendenti e i vertici di Eco Center.

A sollevare il caso oggi sono alcuni dipendenti ex Solland, tra quelli che nel 2018 avevano iniziato lo svuotamento degli impianti e che in una notte dei lunghi coltelli dell'ottobre del 2019, dopo la minaccia di lasciare incustoditi gli impianti dello stabilimento chimico, avevano ricevuto da Kompatscher in persona la garanzia che nessuno di loro avrebbe perso il lavoro. «L'azienda ci ha comunicato che il 31 dicembre di quest'anno termineranno gli ultimi lavori negli impianti, ma a quel gruppo di operai che più di altri aveva manifestato, anche scioperando, l'azienda non ha ancora trovato un posto di lavoro degno di questo nome, e dall'altra il sindacato non risponde», lamenta un lavoratore che da giugno del 2019 aveva iniziato a lavorare per Eco Center con il compito di svuotare gli impianti e bonificare i serbatoi contenenti i pericolosi triclorosilani.

«Mentre ad altri sono arrivate proposte adeguate alle nostre competenze, fino ad oggi a me sono arrivate due proposte: la prima da una coop di Bolzano per uno stipendio di 1100 euro al mese e ora da un’azienda di Cortaccia che nei colloqui di lavoro però nemmeno dice quale sarebbe lo stipendio. Molti di noi hanno una famiglia in cui solo un componente lavora e l'idea di doversi spostare da Merano a Cortaccia, magari per uno stipendio di 1400 euro e con tutti i costi a nostro carico, vuole dire non arrivare a fine mese», prosegue il lavoratore.

Una situazione che vedrebbe coinvolta anche una sigla sindacale, responsabile di non comunicare con i suoi iscritti. «Per giorni ho cercato di contattare il sindacato, visto che il 31 dicembre è vicino e rischio di rimanere senza un lavoro, ma loro si sono fatti vivi solo mercoledì, promettendo un incontro a breve. Dopo tante battaglie per i nostri diritti, l'azienda ci abbandona e i sindacati non ti aiutano. Il mio sospetto, vedendo che nella mia situazione ci sono più o meno quelli che all'epoca ebbero il coraggio di mettersi in prima linea e scioperare, è che per ripicca non si voglia darci un lavoro decente», conclude il giovane lavoratore il quale attualmente percepisce un salario tra i 1700 e i 1850 euro al mese e invoca un’occupazione che non peggiori troppo il potere d'acquisto della sua famiglia».

La replica di Eco Center

Sulla situazione dei dipendenti ex Solland poi assunti da Eco Center, la posizione del presidente Guglielmo Concer è chiara. «Ci siamo fatti in quatto per garantire una occupazione a tutti i 72 dipendenti ex Solland. Infatti, 47 di questi sono stati ricollocati, mentre alcuni se ne sono andati via. Sono sorpreso e stupito della lamentela di questo dipendente, perché il nostro ufficio personale ha preso contatto con aziende di tutto l'Alto Adige per collocare quanta più gente possibile, anche se non avevamo firmato alcun impegno che ci obbligava a trovare un lavoro per ognuno di loro», spiega Concer.

Confermata dal presidente la chiusura dei lavori per il 31 dicembre di quest'anno, salvo piccoli lavori di rifinitura, i proprietari che all'asta si erano aggiudicati i terreni dovranno procedere alla complessa bonifica del sottosuolo, per completare l'ultimo capitolo di questa dolorosa vicenda. Nel frattempo, sia il Comune di Merano sia Eco Center si sono attivati con la Provincia per organizzare corsi di reinserimento destinati agli ex dipendenti Solland. «Ad esempio, avevamo attivato un corso di formazione per autisti di autobus, visto che una azienda locale aveva prospettato l'assunzione di una trentina di persone.

Ma a quel corso hanno partecipato solo tre dei nostri dipendenti», lamenta Concer che ricorda: «Il nostro impegno contrattuale si limitava ad eliminare situazioni di pericolo, visto che la ex Solland era una azienda classificata zona Seveso III e a noi la Provincia ci aveva chiesto di abbassare il grado di pericolosità, ma non di trovare una ricollocazione a tutti i dipendenti che avevamo assunto per compiere questo lavoro», conclude Concer. J.M.













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