Giuseppina Nicli, l’addio commosso della cliente amica
Merano. Giuseppina Nicli, storica proprietaria della cartolibreria di via Mainardo, si è spenta a 93 anni lo scorso 23 dicembre. Federica Gögele, affezionata cliente, ne lascia un ricordo commosso:...
Merano. Giuseppina Nicli, storica proprietaria della cartolibreria di via Mainardo, si è spenta a 93 anni lo scorso 23 dicembre. Federica Gögele, affezionata cliente, ne lascia un ricordo commosso: «Se n’è andata la signora Nicli. Come uno spirito del Natale, proprio lei, che tanto vicina e cara è stata a molti bambini, se n’è andata leggera sotto una nevicata. Nel silenzio di una notte di festa, come la protagonista di ogni fiaba che si rispetti. Ricordo le sue mani curate, con le unghie laccate di un bel rosso vermiglio, che agili sfogliavano, incartavano, appuntavano e scrivevano, segnando titoli di libri e testi scolastici. Non c’erano ancora i computer e per organizzare il lavoro teneva ordinate in piccole scatole di latta tutte le ordinazioni per ordine alfabetico. Si aggirava profumata di carta per il suo negozio, che a me pareva il luogo di ogni possibilità: la matrice fantastica dove trovare gli strumenti giusti per creare una realtà tutta mia, fatta di racconti, scoperte e meraviglia! L’inizio dei sogni... La signora Nicli se n’è andata e così un pezzo della mia storia, che è anche la storia collettiva di voi che state leggendo. Questo breve scritto è per ricordarci di lei e di chi siamo stati: mai come ora è necessario tornare a esserlo. Provare a immaginare, come sapevano fare allora, che una diversa realtà è possibile e che molto dipende dalla nostra capacità di mettere in gioco la versione migliore di noi stessi. Così mi piace tornare nel suo negozio, per respirare quell’atmosfera sospesa e foriera di intuizioni. La vedo ancora, dietro il bancone, sorridere elegante nei movimenti lenti e posati. La sua voce l’avete nelle orecchie anche voi: vi ricordate quella volta che temperava una matita che vi sarebbe servita a disegnare? Di che colore era? Adesso servirebbe! Non lasciamo che le nostre identità si cancellino: sarebbe ingrato non porgerle omaggi e un saluto, un pensiero d’affetto e riconoscenza. Non sono solo quelli in bronzo o in marmo i monumenti di una città, ma soprattutto quelli in carne, ossa, cuore, esempio di dedizione e passione».