Musica

Il batterista di Liga lancia l’album “made in Merano” 

Da un’idea di Marco Pantozzi nascono i Deception Store: la copertina è del musicista e disegnatore Gigi Cavalli Cocchi 


Jimmy Milanese


MERANO. Come un flusso canalizzatore capace di fondere esperienze musicali decennali e le situazioni di vita più disparate. Alla fine, il risultato raggiunto dal gruppo di musicisti meranesi dei Deception Store è un disco concepito alla vecchia maniera, prodotto dalla prestigiosa etichetta MA.RA.CASH Record con la benedizione di Gigi Cavalli Cocchi, musicista di Ligabue che tanto ha creduto nel progetto da disegnarne la copertina.

Un prodotto tutto “Made in Merano”, il primo album dei Deception Store dal titolo significativo: Pindaric Flights. A partire dal frontman Marco Pantozzi, autore di musiche e testi, il gruppo si avvale della collaborazione dei musicisti Joe Chiericati e Stefano Nicli anche in qualità di produttori e arrangiatori, oltre a Thomas Ebner, Teo Ederle, Dominik Told e la voce di Roberta Staccuneddu.

Per anni funzionario pubblico, una laurea in legge, infinita e viscerale passione per la musica, Pantozzi si è totalmente dedicato a questo progetto che verrà lanciato sul mercato nazionale e internazionale il 15 novembre. Un risultato non da poco per questa band al debutto in questa formazione, soprattutto in considerazione del periodo di magra per la discografia italiana.

«L'idea del disco è un mio vecchio pallino. Ho sempre suonato fin da bambino a livello amatoriale, poi però è arrivata un'esperienza di vita che mi ha particolarmente toccato: la collaborazione presso una Onlus di Bolzano che si occupa di dipendenze varie, tra le quali quelle verso il gioco d'azzardo», spiega il frontman del gruppo.

Tanto che Deception Store - il nome del gruppo - si allaccia proprio ad una frase conclusiva del singolo “One more time” che, appunto, affronta il tema del gioco d'azzardo nella sua declinazione più patologica e distruttiva.

«Prestando servizio presso la Onlus, ho potuto vedere come questa piaga prenda e distrugga le vite delle persone, creando uno stato di alienazione dalla vita e dagli affetti, oltre a una profonda sensazione di solitudine irreversibile.

Le dipendenze compulsive, siano dal gioco, dal sesso o da sostanze psicotrope, così come dall'alcol, sono delle specie di coperte che la persona affetta pone sul suo passato di sofferenza.

Per questo sono difficili da sradicare. Nel brano del nostro disco c'è questa dimensione, di quelle persone che si alienano all'interno di una sala da gioco. L'ultima frase del pezzo parla proprio di uno squallido emporio dell'inganno che, tradotto in lingua inglese, appunto, significa Deception Store», spiega Pantozzi.

Un progetto nato da una situazione di vita, ma sviluppato grazie a una fitta rete di amicizie. Amici professionisti della musica che hanno trovato nel materiale proposto da Pantozzi un potenziale creativo.

«Negli ultimi tempi avevo raccolto un poco di materiale e un giorno mi sono deciso di farlo ascoltare a Joe Chiericati. A livello compositivo avevo già fatto qualcosa con Mike Frajria, ma niente di definitivo. Joe mi ha detto che il materiale era interessante e abbiamo iniziato a lavorarci sopra, prendendoci gusto giorno dopo giorno. Quindi, Steve Nicli si è unito al gruppo e ho capito che sarebbe nato qualcosa di importante».

Stile di quei vecchi tempi, quando si faceva musica suonata solo con chitarra, basso, tastiera e batteria nel modo più classico, ovvero quello degli anni 70/80. Poca elettronica, semmai l'essenziale. «Il mio DNA torna lì, sono del 1964, cresciuto con la PFM, i Genesis, i Pink Floyd e Alan Parsons. Guardo a quegli anni. Il disco è riconoscibile, come mi hanno detto, quasi di altri tempi», spiega Pantozzi.

E fin qui tutto bene, una storia come tante altre, se non fosse che quel disco in fase embrionale sarebbe poi finito nelle mani di Gigi Cavalli Cocchi, batterista dei Clan Destino, noto per avere collaborato a lungo con Ligabue, in particolare nella serie di concerti a Campovolo.

«Gigi ha ascoltato il disco, gli è piaciuto e per questo, data la sua passione per la grafica, ha deciso di disegnarci la copertina. Non solo, infatti, ci ha messi in contatto con i responsabili della MA.RA.CASH Record: casa discografica quotata per Indie rock progressivo e psichedelico».

Alla fine, il gruppo tutto meranese è stato messo sotto contratto dalla casa discografica di Vigevano con un livello di distribuzione nazionale e internazionale che partirà, appunto, dal 15 novembre prossimo.

«Una grandissima soddisfazione, vedere che professionisti hanno creduto in noi e che dalla nostra piccola Merano abbiamo creato qualcosa di potenzialmente interessante. Una emozione sapere che verremo distribuiti dal Giappone al Sudamerica, e proprio per questo il 10 dicembre è in programma un concerto gratuito al Teatro Puccini, dove presenteremo il nostro primo cd totalmente made in Merano», conclude Pantozzi.

Dieci i pezzi in inglese più uno in italiano, e un videoclip del singolo “One more time” patrocinato dal Comune di Merano e realizzato da Roberto Condotta al quale hanno partecipato anche Nicola Morandini assieme all'attrice meranese Daniele Scarlatti con un suo cameo.

Album intenso, che ti strattona per le vie infinite del Rock scritto con la “R” maiuscola, fin giù per le autostrade della psichedelica anglosassone, per planare su quel tappeto di sonorità “italiane” che permette a un vasto pubblico quel processo di immedesimazione nei temi e nei luoghi proposti dal gruppo.Registrato al JAM Studios di Merano e masterizzato presso l'Elfo Studio Recording di Tavernago (Piacenza), Pindaric Flights disegna un volo sopra le tante apparentemente incomprensibili debolezze umane che solo una volta posati i piedi per terra si rivelano per quel che veramente sono.













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