Il «pastore» che contribuì a far cadere il Muro 

L’intervista a Krautwurst. «Divenni falegname perché a Est non potevo studiare teologia» In questi giorni è stato con 35 meranesi a Berlino per celebrare il trentennale dello storico evento


Jimmy Milanese


Merano. Sono passati trent’anni da quel 9 novembre del 1989, quando una conferenza stampa cambiò per sempre le sorti dell’Europa.

Erano le 18 al Centro internazionale della stampa di Berlino Est, quando il giornalista Ansa Riccardo Ehrman chiese a Günther Schabowski, funzionario per l’informazione della Ddr, se poteva confermare le voci che annunciavano l’apertura delle frontiere tra le due Germanie. E, soprattutto, quando questo sarebbe accaduto. Non bene informato dal Politbüro, Schabowski rispose: «A quanto ne so io, ora».

Il muro di Berlino venne giù in poche ore. A ricordare quei giorni, Martin Krautwurst, pastore della chiesa evangelica di Merano originario di Jena che quegli eventi li visse da ventenne e che fu cofondatore del “Nuovo Forum”, un movimento capace di contribuire allo scioglimento della cortina di ferro che spezzava Berlino e l’Europa in due.

Lei è nato a Jena, nella Deutsche Demokratische Republik, giusto?

Sì. a jena volevo studiare teologia ed ero anche attivo politicamente, ma all’epoca non era possibile percorrere quelle due carriere, soprattutto se non si abbracciavano le idee della ddr. quindi ho dovuto optare per la carriera di falegname.

Non pensò mai di lasciare la Ddr?

No, mai, piuttosto di cambiarla, e per quello mi sono sempre speso. e quando il muro è crollato, ho lottato affinché il mio fascicolo stasi, ma anche quello di tutti i cittadini attenzionati dai servizi segreti, fosse loro consegnato.

Prima del crollo del muro ha co-fondato il movimento “Neues Forum”.

Sì, a turingia, assieme a una trentina di amici, sia del mondo sociale e universitario, ma anche di quello lavorativo, con lo scopo di cambiare le sorti di uno stato che grazie alla mano della polizia segreta esercitava una forte pressione psicologica su chi a quel regime si opponeva. del forum a berlino sono anche stato la voce ufficiale.

Che cosa ne è stato di quel gruppo di ragazzi?

Amici, confluiti nei vari partiti come la spd, la cdu e i verdi, con i quali abbiamo contribuito affinché i responsabili di quelle torture psicologiche venissero puniti.

Quel 9 novembre lei dov’era?

A jena, avevamo una riunione del forum alla quale però parteciparono molte meno persone rispetto al solito. non sapevamo ancora nulla, ma notammo una lunga coda di mezzi ai benzinai. il giorno dopo, nella mia officina, hanno iniziato ad arrivare le notizie: i confini con la germania dell’ovest erano stati aperti.

Secondo Lei, quella sera di novembre, il muro crollò per errore?

No, tutto stava già collassando, movimenti come il nostro spingevano dal basso per un cambiamento e dal punto di vista economico eravamo talmente alla rovina che si sentiva la necessità di un nuovo inizio.

A 30 anni di distanza, lei è a Berlino?

Con mia moglie e 35 meranesi della nostra comunità, per incontrare alcuni esponenti del bundestag tedesco, ma anche celebrare la caduta del muro alla porta di brandeburgo e una messa alla marienkirche.

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