La bandiera  dell’impegno: Croce Rossa sul municipio 

La cerimonia. Una delegazione della sezione meranese accolta  dal sindaco per issare il vessillo dell’organizzazione di soccorso Durante il lockdown mille persone sostenute con pacchi alimentari ai quali si aggiungono circa 250 consegne di farmaci a domicilio


Jimmy Milanese


Merano. Celebrazioni in sordina ma cariche di significato, ieri mattina, in occasione della Giornata mondiale della Croce Rossa. Dopo anni in cui Merano era stata abituata all’esposizione di mezzi storici e moderni della locale sede della Croce Rossa per rendere omaggio al lavoro di soccorso che quotidianamente milioni di volontari svolgono in tutto il mondo, a causa della pandemia in corso nulla di tutto questo è stato possibile. Ad ogni modo, per non far passare inosservata questa importante ricorrenza, proprio in un anno nel quale ancora più prezioso è stato il lavoro svolto dagli ottanta volontari meranesi, il sindaco di Merano ha proposto alla sezione meranese della Croce Rossa di esporre la loro bandiera direttamente fuori dal suo ufficio, dove di solito trovano posto la bandiera italiana, dell'Unione Europea e della città.

In municipio.

Quindi, al posto delle classiche simulazioni di primo soccorso, delle vetture parcheggiate nel centro cittadino e degli stand informativi per la popolazione, nella giornata di ieri sul pennone del municipio è sventolata la prestigiosa croce rossa su sfondo bianco che simboleggia la più grande organizzazione umanitaria del mondo, fondata nel 1863 dal filantropo svizzero Jean Henry Dunant, primo assegnatario del Premio Nobel per la pace nel 1901.

Ad accogliere in municipio una rappresentanza della Croce Rossa meranese, c'era il sindaco Paul Rösch, il quale non ha risparmiato parole di elogio per il loro lavoro: «Siamo fieri dei nostri ragazzi, perché sappiamo che senza di loro tutto sarebbe stato molto più complicato, ma purtroppo quest'anno non è possibile festeggiare appieno il loro lavoro quotidiano, anche se sono sicuro che ci rifaremo il prossimo anno perché se lo meritano».

Gli aiuti.

Dopo la breve operazione dell'alzabandiera, Roberto Carotta, referente per i volontari della sede di Merano, ha spiegato il significato di questa ricorrenza, oltre al lavoro svolto in questi giorni complicati. «Oggi è la nostra festa, la festa di 98 milioni di volontari, solo in Italia 150.000 e nel comune di Merano, tra volontari e dipendenti, almeno ottanta persone. Questa crisi ci ha portato a rafforzare i nostri servizi sul territorio, in particolare tutti quelli dedicati alla distribuzione di alimenti alle persone bisognose», ha sottolineato Carotta.

In questo periodo di lockdown, sono circa 200 le famiglie raggiunte e aiutate direttamente dai volontari, per un totale di circa 1000 persone sostenute con pacchi alimentari. Oltre a questo, sono state 250 le consegne di farmaci a domicilio per le persone che in questo periodo non potevano uscire. «C'è stata una ottima collaborazione con tutte le istituzioni – ha spiegato Carotta – ed è per questo che ringraziamo l'amministrazione comunale per la loro disponibilità, ma vorrei ricordare che c'è ancora in atto la colletta alimentare alla quale la popolazione ha risposto in modo meraviglioso».

Condomini virtuosi.

In altre parole, oltre ai tanti imprenditori che si sono fatti avanti, sono stati anche i cittadini ad avere aiutato la Croce Rossa, grazie a donazioni private particolarmente apprezzate. Tra le quali, quella di due condomini particolarmente attivi ai quali il referente meranese vuole giustamente rendere merito: «Vorrei ringraziare tutti, ma in particolare il condominio al civico 25 di via Adige e quello al civico 135 di via delle Corse: il primo per avere donato 450 euro, il secondo per averci regalato quattro scatoloni con i quali abbiamo assistito la popolazione».

La scuola alberghiera.

Infine, un ringraziamento va anche ai cuochi e al direttore della scuola provinciale alberghiera Kaiserhof, per avere prima donato derrate alimentari alla popolazione tramite la Croce Rossa, poi per essersi rimboccati le maniche ed avere preparato non meno di 300 pasti in pochi giorni, tutti destinati a chi avrebbe fatto fatica ad arrivare a fine mese.

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