«Lezioni diffuse e orari ridotti» la “rivoluzione” di settembre

Merano. Mentre 7 mila firme vengono consegnate in Provincia da un gruppo di genitori altoatesini affinché si istituisca un gruppo di gestione della crisi, la professoressa di italiano e storia dell’is...



Merano. Mentre 7 mila firme vengono consegnate in Provincia da un gruppo di genitori altoatesini affinché si istituisca un gruppo di gestione della crisi, la professoressa di italiano e storia dell’istituto Gandhi Laura Mautone descrive la situazione vista dall’interno di un sistema scolastico stravolto dalla didattica a distanza.

«Con la didattica a distanza – esordisce – emerge ancora di più il digital divide e viene a mancare una vera relazione tra insegnanti e alunni, così come all’interno della classe o tra docenti e genitori. C’è il problema della rigidità dei software didattici, non paragonabili alla ricchezza delle possibilità e alla flessibilità della lezione in presenza, e i problemi tecnici riducono il tempo a disposizione. Gli insegnanti sono isolati e risulta complicato sostenere gli studenti in difficoltà per motivi cognitivi o per competenze linguistiche carenti. Ci sono poi il carico di lavoro e lo stress dei docenti che ricevono messaggi e-mail a tutte le ore. E poi il problema della corretta valutazione e l’eventualità che chi non è onesto possa avere valutazioni migliori di chi invece lo è: le valutazioni dei test online sono un po’ falsate: molti studenti sono stati onesti, altri hanno cercato di sfruttare la rete».

Ci sono però anche aspetti positivi: «Lo sviluppo dell’autonomia, delle competenze strategico-organizzative e della responsabilità cognitiva dello studente, la collaborazione tra alunni e insegnanti per la riuscita delle lezioni, l’apprendimento della corretta formulazione di un’e-mail, le competenze digitali operative che si acquisiscono, la riduzione del carico di lavoro e della pressione performativa sugli studenti. Ognuno di questi aspetti andrebbe affrontato criticamente. Ci sarà il modo e il tempo per farlo, speriamo, prima di riprogettare il nuovo anno scolastico».

Mautone si dice «stupita, perché pochi accendono la webcam per vedersi e parlarsi. La generazione dei selfie e dell’esibizione di sé non si mostra attraverso lo schermo. Il web non abbatte le distanze, anzi, isola ancora di più chi è più timido. Per l’equilibrio e la salute psicologica di tutti, invece, è importante confrontarsi. La scuola in settembre dovrebbe ripartire con un orario ridotto, lezioni modulari e diffuse, ma in presenza, negli spazi pubblici della città, ma senza dividere il gruppo classe. Bisognerebbe prevedere entrate a orari diversi, pause sfalsate e lezioni anche il sabato. Naturalmente questo significa anche una riprogrammazione dei contenuti fondamentali delle discipline e la riduzione delle prove di valutazione».













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