Procreazione assistita, Merano ai vertici in Italia 

Il centro Eubios è quinto per numero di procedure con donazione di gameti In Alto Adige fissato a 46 anni il limite d’età per la fecondazione


di Ezio Danieli


MERANO. Il centro Eubios di Merano è al quinto posto in Italia per volume di procedure con donazione di gameti. Lo rivelano i dati raccolti da doveecomemicuro.it, portale di public reporting delle strutture sanitarie italiane, che ha realizzato un’indagine sui centri di procreazione medicalmente assistita (Pma). Lo studio ha riguardato le strutture che eseguono più procedure annuali di fecondazione in vitro, scongelamento di embrioni e di ovociti, fecondazione con donazione di gameti e inseminazione intrauterina. Il rapporto, basato sui dati del 2016 forniti dall’Istituto superiore di sanità, segnala al primo posto l’istituto Humanitas di Rozzano, in provincia di Milano.

«Se in diversi ambiti della chirurgia esiste una correlazione diretta tra volume di interventi eseguiti in un anno e migliori esiti, nella Pma le cose sono più complesse. Per comprendere quali garanzie offra un centro di Pma bisogna tener conto anche dei volumi annuali di procedure di crioconservazione di ovociti (Fo) e di embrioni (Fer), tecniche che permettono di avere più trattamenti e quindi più chance di successo senza dover ripetere la stimolazione farmacologica e senza doversi sottoporre nuovamente al prelievo degli ovociti», spiega Giulia Scaravelli, responsabile del Registro nazionale procreazione medicalmente assistita dell’Istituto superiore di sanità.

Al riguardo, è utile sapere che solo un quarto (il 24,6%) dei centri italiani di secondo e terzo livello raggiunge 500 cicli annui di Pma, contro una media europea del 41%. E che i centri di dimensioni maggiori – che eseguono più di 1500 cicli l’anno – sono quelli che registrano la più alta percentuale di trasferimenti in utero con la tecnica Fer (39,2%). Sono in costante aumento le probabilità di successo: nel 2016 si attestavano al 25,4%, contro il 24,8% del 2015 e il 20,1% del 2005.

L’applicazione delle tecniche di Pma ancora oggi dipende dall’organizzazione sanitaria regionale, perché, nonostante tutte le prestazioni di Pma siano state inserite nei Lea, i Livelli essenziali di assistenza, manca un decreto che determini le tariffe a carico del Sistema sanitario nazionale.

La maggior parte delle Regioni hanno stabilito un’età massima della donna per accedere alle tecniche di Pma in convenzione con il Sistema sanitario nazionale di 43 anni non compiuti. La Provincia di Bolzano, insieme a Emilia Romagna, Abruzzo e Trentino, ha fissato questo limite a 46 anni. In Veneto si arriva ai 50 anni.













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