Germania

La svolta salutista dell’oste bavarese, solo birra analcolica


Jeanne Perego


La Gasthof "Zur Sägemühle" a Grossenohe, in Franconia, è la classica locanda bavarese in situazione idilliaca, pareti e arredi in legno e un bel biergarten dove si mangia in estate. Sul menu i classici piatti della cucina bavarese, cotolette impanate e filetti di trota affumicati, oltre a piatti della cucina boema, visto che il cuoco viene da quella regione. Ma per annaffiare il tutto, schnitzel, forellen e il resto, c’è solo birra analcolica. Oppure vini e cocktail analcolici.

Dall’inizio dell’anno i proprietari hanno infatti deciso di non servire più bevande alcoliche ai tavoli, perché il locandiere ha dovuto lasciarsi alle spalle una storia di dipendenza dall’alcol e non vuole che altri possano commettere il suo errore. Molti clienti storici -i due gestiscono la Gasthof dal 2019- l’hanno presa male, su Facebook sono fioccate le critiche, anche pesanti, ma Kerstin Gössl e il marito hanno deciso di tirare dritto per la strada intrapresa. E stanno conquistando nuovi clienti che apprezzano la coraggiosa scelta fatta. Per avere un tavolo bisogna prenotare in anticipo, sono molti i curiosi che vogliono fare l’esperienza di scegliere tra venti tipi di birra analcolica e poter tornare a casa guidando, senza doversi preoccupare del tasso alcolemico nel sangue.

Molti che confermano la tendenza evidenziata dai dati presentati qualche giorno fa dall’Ufficio Federale di Statistica che dimostrano che in Germania si beve sempre meno birra. Birra alcolica, si intende, che quella analcolica è ancora un prodotto di nicchia. Secondo questi dati, nel 2023 sono stati venduti 8,4 miliardi di ettolitri della bevanda spumeggiante, il 4,5% in meno rispetto all’anno precedente. La realtà è che l’industria della birra in Germania continua a essere in crisi, dal 1993 le vendite sono diminuite di oltre un quarto. Nonostante il leggero aumento delle vendite del 2022 come effetto dell’euforia post pandemia , quando si è ricominciato ad uscire e a festeggiare, la tendenza a lungo termine è ininterrotta. Secondo gli esperti del settore i motivi di questa situazione vanno cercati negli sviluppi demografici e, appunto, nell’abitudine sempre più diffusa di bere solo bevande analcoliche. Se le vendite interne sono in calo, non va meglio con le esportazioni: nel 2023 si sono indebolite ancor più del consumo interno, con un calo del volume del 5,9%. Quello che si è concluso da poco è stato “un anno nero come la pece per l’industria tedesca della birra”, ha detto l’amministratore delegato dell’Associazione tedesca dei birrai, Holger Eichele, commentando i nuovi dati.

In Germania il mercato della birra è il sismografo che registra il sentire della popolazione, che nell’ultimo anno ha sofferto le incertezze della politica e l’inflazione. Ed è proprio l’inflazione che sta lasciando profonde cicatrici nel Paese: i prodotti alimentari, in particolare, nell’ultimo anno sono diventati sempre più costosi, e i consumatori stanno reagendo. Risparmiano sull'acquisto di cibi e bevande, risparmiano anche su quella bevanda spumeggiante in cui il Paese si è sempre riconosciuto. Ma a frenare i consumi di birra è anche la tendenza consolidata di uno stile di vita più attento alla salute che premia, ad esempio le scelte come quella della locanda di Grossenohe.

E poi c’è la realtà demografica: la popolazione sta diventando sempre più vecchia. Il gruppo di età compreso tra i 20 e i 40 anni, quello che ama uscire e bere ai tavoli delle birrerie e degli altri locali, in Germania si sta riducendo. Per i birrifici che devono affrontare la pressione dei costi che continuano ad aumentare, quella sui prezzi da parte dei rivenditori, e le nuove tendenze che si consolidano tra i consumatori, i tempi sono sempre più cupi. Molti si stanno chiedendo se continuare l’attività sia ancora finanziariamente sostenibile.

 













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