Televisione

Metal detective, l'esploratore sulle tracce dei reperti bellici

C’è la la casa di produzione bolzanina Formasette dietro il successo della serie tv in onda su Dmax e Discovery+ I titolari Gottardo Giatti e Michele Melani: «Abbiamo iniziato questa avventura tredici anni fa e oggi siamo tra le case più attive in Italia»


Daniela Mimmi


BOLZANO. È il momento delle serie televisive, non c’è ombra di dubbio: sono fatte sempre molto bene, quasi dei film, sono agili, veloci, si possono interrompere e riprendere a piacere e la scelta degli argomenti è praticamente infinita. Una delle più gettonate del momento, “Metal Detective”, è nata a Bolzano, precisamente a Formasette.

Gottardo Giatti e Michele Melani hanno inventato un format decisamente appassionante che unisce insieme avventura, scoperta, investigazioni e storia. Giatti è laureato in giurisprudenza e prima faceva il giudice di pace e televisione per hobby, adesso il contrario. Michele Milani, laureato all’Accademia di Scenografia di Firenze, ha sempre fatto cinema e televisione. Insieme, nel 2007, hanno creato Formasette, con sede in via del Macello a Bolzano.

La loro avventura internazionale è iniziata nel 2011 a Dubai, con la produzione di “The Million Dollar Weekend”, seguita l’anno dopo da “Frontline Battles” per History Channel, con il regista britannico Tony Lee, girato sulle Dolomiti che sono diventate il set anche per le due stagioni di “Mountain Heroes” prodotte per Discovery Channel, e i diversi programmi con Bear Grylls; “Breaking Point” e “Running Wild”. E soprattutto “Ocean breath”, commissionato da National Geographic, ai cui testi ha collaborato anche Luca D’Andrea.

Adesso su Discovery+ e in chiaro su Dmax inchiodano il pubblico con questa nuova serie, “Metal Detective”, di cui ci parla Gottardo Giatti: «L’idea del format è piuttosto semplice: abbiamo unito cose appassionanti di cui la gente, soprattutto oggi, ha estremamente bisogno: avventura, indagine, storia e natura. Paolo “Gibba” Campanardi è un esploratore appassionato di avventura e mistero. Grazie al suo metal detector esplora i luoghi in cui si sono verificati importanti eventi bellici, seguendo le tracce per trovare tesori profondamente sepolti nelle terre selvagge italiane. Dalle Dolomiti, al Lago di Garda, non si può credere a quanti reperti militari e storici si trovano sotto la superficie».

Chi è Gibba?

Paolo Campanardi, in arte Gibba, è nato e vive a Toscolano Maderno sul Lago di Garda. Ha 36 anni. Oggi gestisce un rifugio di alta montagna. È una guida storica, da sempre si occupa di ricerca militare e recupero di oggetti storici appartenenti a soldati che hanno combattuto nella prima e nella seconda guerra mondiale. Ha trascorso più di diecimila ore in montagna. Inoltre è Presidente dell’Associazione Gruppo Ricerca, associazione che opera per la salvaguardia del patrimonio legato alla Prima Guerra Mondiale. È ausiliario della Polizia Giudiziaria presso la Procura della Repubblica, supportando il processo giudiziario nella ricerca di elementi utili ai fini investigativi. Infine, è Presidente della Protezione Civile locale, ente che si occupa della prevenzione, gestione e superamento dello stato di emergenza in caso di catastrofi . Soprattutto è uno che, come noi, ama l’avventura.

Quando e come è nata l’idea di “Metal detective”?

Durante il primo lockdown. Noi per primi sentivamo l’esigenza di avventure in mezzo alla natura. Abbiamo fatto la parte preparatoria in studio e poi ci siamo lanciati nell’avventura. La prima puntata, che è andata in onda in agosto, l’abbiamo girata sulle Dolomiti, con un tempo terribile: neve, pioggia, fiumi esondati. E’ stato pesante per tutti, soprattutto per la troupe, ma è venuta molto bene. Gibba indagava le gesta eroiche del tenente Fusetti che con un manipolo di valorosi, riuscì a strappare il Sass de Stria agli austriaci nella prima guerra mondiale. Dalla mugaia alla base del monte, risale la montagna per poi scalare la ferrata che porta alla vetta. Qui esplora il labirinto di cunicoli e grotte costruiti durante la guerra. Poi abbiamo girato una puntata ad Anzio, dove durante la seconda guerra mondiale la formidabile macchina bellica alleata ha dovuto subire delle battute di arresto, come la famigerata operazione Shingle. Quindi siamo andati sul Tagliamento, sulle tracce della Brigata Bologna, risalendo il monte Ragogna alle ricerca delle trincee italiane. Da lì abbiamo ricostruito le azioni dei soldati italiani calandoci dalla cima del monte al greto del fiume così da individuare il punto dove avvenne lo scontro finale. L’ultima puntata l’abbiamo dedicata al Garda dove Gibba, con l’aiuto del suo metal detector, è andato alla ricerca del tesoro rubato dai nazisti nel palazzo del Consiglio della Repubblica di Salò.

Il futuro di “Metal Detective”?

Le prime cinque puntate sono state acquistate in Germania e sono curioso di rivederle parlate in tedesco, e in Turchia. Sono interessate anche Francia, Spagna, Polonia. Adesso abbiamo in programma altre 10 puntate, di cui 5 sono già state girate e che andranno in onda da aprile. Questa volta siamo andati sul Monte Grappa, sempre con un tempo terribile, e sul Po nel punto in cui ha avuto luogo la ritirata nazista e lo sfondamento della linea gotica, con 300 mila sodati in fuga. Lì Gibba ha persino costruito una zattera.

Lei come spiega il successo delle serie televisive?

In parte è dovuto al fatto che stiamo molto più tempo in casa, la televisione si vede in famiglia e di serie ce n’è per tutti i gusti e le età. Quanto al nostro, ha un pubblico di giovani spettatori molto affezionati. Penso perchè vogliono vivere delle avventure, ma anche imparare la storia in modo diverso.

Siete tra le case di produzione più attive oggi in Italia, soprattutto per quanto riguarda documentari e serie Tv. Bolzano non vi sta stretta?

Quando abbiamo cominciato, 13 anni fa, Bolzano era veramente un paese di montagna provinciale. Adesso no, penso che qui si lavori come in tutte le altre città, anche perchè tutto si fa a distanza. Stare qui o a Roma o a Milano, oggi cambia poco. Anzi, per certi versi, penso che qui sia ancora meglio...

 













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