Val Senales, una sfera d’acciaio firmata da Olafur Elìasson

Val senales. Dalla prossima estate una grande sfera di acciaio del diametro di circa 7-8 metri rivaleggerà in bellezza e splendore con i ghiacci perenni (forse) della Val Senales. La firma di questa...



Val senales. Dalla prossima estate una grande sfera di acciaio del diametro di circa 7-8 metri rivaleggerà in bellezza e splendore con i ghiacci perenni (forse) della Val Senales. La firma di questa opera d’arte è quella di Ólafur Elíasson, architetto, danese di nascita, con radici islandesi e adesso berlinese, uno di quegli artisti inavvicinabili che il mondo si contende. E’ riuscita ad averlo la Talking Waters Society che ha presentato ieri l’iniziativa. «Non c’è nessun piano b. Abbiamo solo questo pianeta – ha detto ieri il presidente della Società, l’austriaco Ui Kerbl – e dobbiamo difenderlo in tutti i modi. Nel nome della nostra associazione c’è l’acqua, perchè questa sarà la vera emergenza e la vera sfida del futuro, anzi quasi del presente. Insieme ai cambiamenti climatici». La Società ha quindi cercato una montagna dove installare un’opera d’arte che rappresenti un vero e proprio messaggio, e monito, all’umanità. «Dopo tante ricerche abbiamo scelto il punto più alto della Cresta Cornacchia, quella che parte dall’Hotel Grawand, l’hotel più alto d’Europa a 3212 metri, e segue la linea di confine tra Italia e Austria». Alcuni collaboratori di Ólafur Elíasson sono saliti fino al sito il 23 settembre, perchè era il giorno dell’equinozio, per posare la prima pietra. Purtroppo la tempesta di neve annunciata non ha permesso l’inaugurazione che sarebbe dovuta essere accompagnata da stupendi giochi di luci. Elíasson non c’era, ma nessuno si aspettata che ci sarebbe stato. È noto per aver esposto due volte alla Tate Modern di Londra, “The Weather Poject” nel 2003 e poi “Ice Watch”, per l’istallazione della quale ha portato a Londra il ghiaccio islandese e che è stata visitata da 5 milioni di spettatori. Lì ha portato anche la sua “Waterfalls”, una cascata di 11 metri che fonde natura e tecnologia, che prima era stata ospitata a Sydney, New York, São Paulo e Versailles. Elíasson ha avuto sempre a cuore l’ecologia e il suo mondo e i suoi abitanti. Nel 2012, ad esempio, insieme a Frederik Ottesen ha iniziato “Little Suns”, un’ organizzazione progettata per aiutare i 1.1 miliardi di persone nel mondo con scarso accesso all'elettricità regolare, attraverso il loro modello di business sociale. La sfera di acciaio che svetterà sulla cresta di Senales ha un significato simbolico molto forte, a partire appunto dal suo autore. Ma come sarà? «Il concetto è un po’ quello dell’Uomo vitruviano di Leonardo da Vinci. All’interno della sfera, nella quale è possibile entrare, ci sarà una sorta di cubo con dei cerchi di vetro che si orientano con il sole e che ogni 15’ si spostano. Darà il senso dello spostamento della terra, ma anche dei suoi cambiamenti», ha detto Kerbl. Quanto alla Talking Waters Society, che lui rappresenta, è nata circa tre anni per supportare progetti e azioni di carattere ambientale, con particolare attenzione ai cambiamenti climatici. «Lo scopo della società è quello di agevolare e supportare progetti che abbiano a cuore la difesa dell’ambiente, e quindi del clima e dell’acqua. L’unione tra arte e ricerca è una chance per aiutare il mondo. La nostra è una piattaforma, diamo un palcoscenico, una rampa di lancio a idee e progetti per soluzioni innovative, dal Sudtirolo al resto del mondo». L’opera d’arte sferica di Ólafur Elíasson sarà inaugurata durante il solstizio d’estate, nel giugno del prossimo anno.D.M.















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