Covid, le stime dell’Astat: crollo dal -6,8% al -11,3% 

Il Pil altoatesino. Sul 2021 pesa l’incertezza legata all’evolversi della pandemia planetaria Corrarati (artigiani Cna): necessario prorogare gli aiuti provinciali alle Pmi fino al 31 dicembre



Bolzano. Dopo un primo rallentamento della diffusione del Covid-19 a inizio estate, la pandemia ha ripreso la sua corsa in tutta Europa con l’apertura delle frontiere e, in seguito, delle scuole e, di conseguenza, con una circolazione più intensa delle persone. Le previsioni economiche rimangono dunque molto incerte e dipendono in larga scala dall’andamento della pandemia, così come dallo sviluppo di un eventuale vaccino, dalla sua efficacia e rapidità di distribuzione. Come le altre regioni europee, anche l’Alto Adige ha rilevato una crescita dei nuovi casi a partire da metà agosto e ciò ha comportato la necessità da parte dell’Astat di rivedere le stime dell’andamento economico per 2020 e 2021. Si è provveduto quindi ad aggiornare le previsioni già rilasciate in base ai nuovi dati pubblicati da Istat a maggio, cercando di tenere conto del più recente andamento pandemico. In particolare, sono stati ideati due scenari distinti per il 2020. Per quanto riguarda il primo scenario, si ipotizza una diffusione del virus simile a quanto verificatosi nell’ultimo mese e mezzo. Una situazione dunque che consentirebbe gli spostamenti sul territorio nazionale così come lo svolgimento delle attività lavorative, seppur con qualche perdita in più rispetto agli anni precedenti dovuta ad esempio ad un minore afflusso di turisti da paesi terzi e un calo di alcune attività a causa di una minore propensione delle persone al consumo e alla mobilità. La perdita per questo scenario si attesterebbe al 6,8%, in leggero rialzo rispetto a quanto stimato a fine maggio. Nel secondo scenario invece si ipotizza un graduale aumento dei contagi a partire da metà ottobre per cui si renderebbero necessarie ulteriori misure restrittive. L’intervallo di perdita stimata, tra il -7,2% e il -11,3%, vuole comprendere diverse possibili ipotesi di chiusura. Una perdita contenuta sarebbe il risultato di misure quali un progressivo ritorno al lavoro agile, un minore spostamento turistico e un calo degli afflussi in luoghi di socializzazione quali ristoranti e bar, ma comunque senza impedimenti alla libera circolazione. Con l’inasprirsi delle misure di contenimento si prevede un calo più consistente del Pil, fino ad arrivare al - 11,3%, ipotizzando a partire da metà/fine ottobre una nuova chiusura totale come quella verificatasi a marzo con una graduale riapertura solo a partire da metà dicembre, scenario comunque poco probabile. Anche le previsioni per il 2021 sono incerte. Le stime considerate ipotizzano uno scenario economico senza restrizioni a causa del virus. Ciò potrebbe essere raggiunto verosimilmente presupponendo la distribuzione di un vaccino a partire da inizio 2021 o una diffusione minore o meno aggressiva del virus. La stima iniziale per il 2021, pari al +5,1%, è stata corretta al rialzo (+6%). Presupponendo invece uno scenario di nuova chiusura nel 2020 e quindi un calo medio complessivo del PIL del 10% nel 2020, la crescita nel 2021 si attesterebbe all’8,3%.

Gli artigiani Cna

“Le previsioni aggiornate sull’andamento del Pil altoatesino, diffuse dall’Astat, confermano che l’intero anno 2020 sarà contrassegnato da un’accentuata flessione dell’economia, con conseguenti minori ricavi per gran parte delle imprese. Crediamo che, a questo punto, si renda necessaria una proroga al 31 dicembre 2020 delle misure provinciali a sostegno delle piccole imprese che registrano cali di fatturato, visto che molte non hanno chiesto il contributo perché, in buona fede, fiduciose sulla ripresa autunnale che, adesso, dati Astat alla mano, sembra molto poco probabile”. Lo afferma Claudio Corrarati, presidente Cna. “In questo contesto, per garantire la tenuta del sistema economico e dell’occupazione, occorre prevedere una proroga fino a fine anno degli aiuti a fondo perduto”. Occorre inoltre “creare l’humus fertile per agevolare la ripresa, studiando sin da adesso forme di sburocratizzazione, semplificazione, riduzione del carico fiscale e accesso al credito che dovranno essere già consolidate al momento del rimbalzo economico”. DA.PA













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