Le nuove sfide del turismo Dal marchio alla ricettività 

Aichner: rafforzare la crescita senza esagerare e puntare sull’offerta di qualità Tra gli obiettivi la ricerca di nuovi mercati per non dipendere da quelli principali


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Tracciate le linee della strategia turistica in Alto Adige. Cinque le azioni da compiere, come uscite dalla prima riunione dei comitati del nuovo reparto «Destination management» di Idm Alto Adige. Una maggiore internazionalizzazione nel turismo che permetta alla provincia di diventare indipendente rispetto ai mercati principali e per aumentare l’occupazione dei posti letto e la creazione di valore: facendo restare più a lungo gli ospiti, questi spendono anche di più, aumentare il grado di digitalizzazione affinché l’offerta arrivi agli ospiti meglio e in modo più efficiente; concordare un marketing a livello provinciale che sfrutti le sinergie e che permetta di impiegare il budget in modo ottimale; orientare lo sviluppo di prodotto alla visione dell’ospite elevando a protagonisti dell’Alto Adige i temi di viaggio delle aree esperienziali e dei prodotti autentici. «La prima azione da portare avanti è però il marchio ombrello Alto Adige, con il quale si devono identificare tutti i fornitori di servizi del turismo e che deve essere rafforzato sui mercati. Dobbiamo porre una particolare attenzione alla creazione di un’architettura del marchio, che rinforzi e consideri anche gli altri marchi territoriali. L’obiettivo dev’essere quello di ottenere una loro interazione efficiente e astuta», afferma Thomas Aichner, direttore del dipartimento marketing di Idm. «Solo così l’Alto Adige potrà diventare l’ambiente vitale più attraente d’Europa», ancora Aichner.

«Il turismo in Alto Adige sta bene: al momento annualmente arrivano 7 milioni di persone e si registrano 31 milioni di pernottamenti; la crescita è sostenibile e la qualità dell’offerta è in costante aumento. Dobbiamo rafforzare e sviluppare con cautela questa posizione, naturalmente senza esagerare», spiega Aichner. «L’Alto Adige è una destinazione molto attraente, ma dobbiamo lavorare ancora sulla sua notorietà. Il nostro grande compito per il futuro è quindi quello di assicurare la domanda, garantire la massima ricettività delle nostre attività e aumentare così la creazione di valore in Alto Adige», evidenzia Thomas Aichner. Sulla base della strategia altoatesina, adesso verranno inclusi gli approcci e i metodi elaborati su misura insieme ai comitati tecnici che rappresentano i partner in loco. Già in giugno dovrebbero essere definite le strategie del medio e lungo periodo e le relative misure per attuarle. Saranno il punto di partenza per le strategie che verranno adottate dal «Destination management» nelle tre zone della provincia, ovest, centro ed est. Queste verranno definite nell’ambito di un processo partecipativo da marzo a giugno 2018 insieme ai comitati tecnici freschi di nomina, ai presidenti dei collegi composto dai presidenti di tutte le associazioni turistiche e dai collaboratori di Idm. «Diamo un grande valore al massimo coinvolgimento possibile di tutti i partner e di tutti i fornitori di servizi in loco, perché la strategia che stiamo sviluppando dev’essere condivisa da tutti» affermano i tre «Destination manager» Kurt Sagmeister (ovest), Mirjam Lanz (centro) e Thomas Plank (est). «Il riordinamento delle organizzazioni turistiche ha determinato un miglior collegamento tra i partner turistici che rafforza tutto il settore, perché ci atteniamo tutti alla stessa strategia ma allo stesso tempo dobbiamo concentrarci sui nostri punti di forza specifici», afferma Thomas Knoll, presidente del collegio Destination management Ovest. Stesso pensiero dei suoi colleghi Stefan Gruber (Centro) e Martin Huber (Est).













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