Pensplan, in regione rendimenti medi sopra il 3 per cento

Lo scorso anno un avanzo di gestione di 1,5 milioni di euro Tra gli obiettivi il «Risparmio casa» anche in Trentino


di Renato Brianti


BOLZANO. Pensplan vola. Il progetto di previdenza regionale ogni anno consolida il suo trend positivo e i numeri del 2015, presentati ieri dall’assessora regionale alla previdenza Violetta Plotegher coadiuvata dalla presidente del Pensplan Centrum Laura Costa e da Rainer Steger, mostrano che la visione dei decenni precedenti era azzeccata.

Il progetto di previdenza regionale piace sia nei numeri che nella localizzazione e l’impegno per valorizzare il capitale pubblico a sostegno del benessere della popolazione del nostro territorio, determina risvolti sociali oltre che economici. Nel Trentino Alto Adige un lavoratore su due utilizza la previdenza complementare e il 75% di questi aderisce a uno dei fondi Pensplan. I numeri, presentati da Laura Costa, mostrano un rendimento medio per gli aderenti residenti in regione, del 3,41% rispetto all’1,20% della rivalutazione del Tfr. «Abbiamo un avanzo positivo di gestione di 1,5 milioni di euro - continua Costa - e un capitale della società di 258.208.548 euro. Possiamo finanziare la struttura senza intaccare il nostro patrimonio, una struttura che mantiene i costi inalterati nonostante un aumento considerevole degli impieghi. Con i nostri partner copriamo in regione 118 sportelli info point con 270 operatori. Gestiamo oltre 190.000 aderenti e 22.000 aziende e rispetto all’anno precedente, quello appena concluso ha registrato un trend in crescita del 28% sulle attività erogate agli sportelli».

«Abbiamo optato per una politica di investimenti non aggressiva - spiega Rainer Steger - un atteggiamento molto prudente che sta dando i propri frutti. Anche se i rendimenti per prodotti di questo genere vanno visti sempre con un’ottica di lungo periodo, il valore attuale del 3,41% premia le nostre decisioni operative».

«Dobbiamo anche considerare - specifica Violetta Plotegher - la ricaduta economica sul territorio di un progetto di questo tipo. Grazie ad accordi previsti dallo Statuto di autonomia, gran parte delle imposte sui fondi pensione resta nel nostro territorio. Per il 2015 stiamo parlando di 37,32 milioni di euro, risorse che ritornano disponibili per altri progetti». «È importante che la Regione continui a sostenere questo progetto - prosegue Plotegher - perché bisogna creare un secondo welfare complementare, inteso come protezione della persona lungo tutto il proprio ciclo di vita». Una prospettiva futura? “Stiamo verificando con l’Ocse alcune forme di protezione aggiuntiva in tema di non autosufficienza, spese che potrebbero essere in futuro coperte da forme mutualistiche che in altri Paesi già esistono». «I nuovi progetti per il 2016 - conclude Costa - prevedono un’implementazione del progetto “Busta arancione” dell’Inps che dovremmo integrare, e qui siamo i primi in Italia, con i dati della previdenza complementare. Poi visto il successo del modello “Risparmio Casa” in Alto Adige, questo verrà ampliato anche in Trentino, creando un circolo virtuoso fra cittadini, fondi pensione e banche, agevolando mutui di importo pari al doppio del capitale maturato presso la previdenza complementare con durata ventennale e tassi dell’1,5%».













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