«Pressione fiscale insostenibile, si paga quasi il 61 per cento»

Corrarati: dieci proposte per migliorare il sistema tributario Nel 2015 c’è stata una leggera inversione di tendenza


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Per gli artigiani Cna, «la pressione fiscale è insostenibile». Nonostante il leggero calo nel 2015 «le Pmi pagano quasi il 61 per cento».

Lo scorso anno ha segnato una discontinuità nelle politiche fiscali anche per artigiani, micro e piccole imprese. L’anno scorso, infatti, il peso complessivo del fisco (Total tax rate) è sceso al 60,9 per cento: il 3,6 per cento in meno rispetto al picco toccato nel 2012 (64,5 per cento). A rilevarlo è “Comune che vai fisco che trovi”, l’Osservatorio Cna sulla tassazione della piccola impresa, giunto alla terza edizione.

«Il livello della pressione fiscale in Italia - sottolinea Claudio Corrarati, presidente della Cna del Trentino Alto Adige - rimane intollerabile (19,4 punti in più della media europea) e fortemente penalizzante per l’attività imprenditoriale. La tassazione varia da comune a comune, ma rimane comunque troppo alta».

Un significativo arretramento ha registrato il Tax free day, il giorno in cui l’imprenditore può finalmente cominciare a destinare i guadagni aziendali all’impresa e alla sua famiglia, passato dal 20 agosto del 2014 al 9 agosto del 2015. L’inversione di tendenza registrata nel 2015 - secondo l’Osservatorio - è merito della riduzione della pressione fiscale locale (regionale e comunale), calata del 7,6%, in buona parte riassorbito, però, dalla riduzione dei tributi locali deducibili dal reddito d’impresa. A produrre questa diminuzione, la deducibilità completa dall’Irap del costo dei lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato e l’esenzione dalla Tari delle aree destinate alla produzione di rifiuti speciali. Per il 2016, l’Osservatorio prevede un lieve incremento del Total tax rate (+0,1 per cento) destinato a salire al 61% complessivo.

Dieci le proposte della Cna per migliorare il sistema tributario: rendere l’Imu sugli immobili strumentali completamente deducibile dal reddito d’impresa; utilizzare le risorse provenienti dalla spending review e dalla lotta all’evasione per ridurre la tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo; introdurre una misura premiale che riduca l’imposizione sul reddito incrementale rispetto al reddito “ideale” stimato dagli studi di settore; definire il concetto di autonoma organizzazione ai fini del non assoggettamento all’Irap; introdurre l’Iri (imposta sul reddito delle imprese) per consentire alle imprese personali di allineare l’imposizione sui redditi re-investiti in azienda a quella applicata alle società di capitali; redistribuire il gettito derivante dalla tassazione sugli immobili adeguando i valori catastali ai valori commerciali; trasformare le detrazioni relative a spese per lavori edili in crediti d’imposta cedibili agli intermediari finanziari; introdurre il principio di cassa nella determinazione del reddito delle imprese personali in regime di contabilità semplificata; eliminare lo split payment e ridurre la ritenuta sui bonifici, relativi a spese per le quali sono riconosciute le detrazioni fiscali, dall’8 al 4%, come in precedenza; evitare di spostare sulle imprese gli oneri dei controlli attraverso un uso intelligente della fatturazione elettronica B2B, agevolare il passaggio generazionale delle imprese individuali tramite la completa neutralità fiscale delle cessioni d’azienda, al pari di quanto previsto in caso di conferimenti.













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