Dipendenti Cmc in Kuwait:'siamo ostaggi'

'Abbiamo bisogno dell'intervento del ministro degli Esteri'

BOLOGNA


(ANSA) - BOLOGNA, 3 DIC - "Siamo come prigionieri in ostaggio, chiusi in casa 24 ore su 24 e adesso che si è saputo della richiesta di concordato siamo ancora più preoccupati perché tutti i fornitori verranno da noi. Non abbiamo notizie e tutto tace da ogni parte. Abbiamo bisogno dell'intervento dei ministri degli esteri di Italia e Portogallo". Lo dicono all'ANSA i due dipendenti della Cmc di Ravenna Andrea Urciuoli e Ricardo Pinela, bloccati da giorni a Kuwait City, dopo la rescissione di un contratto da 22 milioni.

I problemi per il cesenate Urciuoli e il portoghese Pinela sono iniziati il 21 novembre. Sono stati arrestati e hanno passato una notte in cella con l'accusa di aver danneggiato i macchinari delle ditte delle ditte a cui erano stati subappaltati i lavori, poi sono stati liberati. In seguito, però, sono stati minacciati di essere nuovamente arrestati.













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