la manifestazione

Fridays for future, venerdì 23 settembre proteste in 70 città

La manifestazione in occasione dello sciopero globale contro la crisi climatica



ROMA. Venerdì 23 settembre sono previsti cortei e manifestazioni in 70 città italiane in occasione dello sciopero globale per il clima che si svolge in contemporanea in tutto il mondo.

In Italia, sottolinea Fridays For Future in una nota, «lo sciopero costituirà anche il culmine del lavoro svolto durante la campagna elettorale per portare al centro del dibattito pubblico i temi e le misure necessarie per risolvere la crisi climatica e per garantire supporto alle persone più colpite dagli effetti della crisi energetica».

Lo scopo della protesta, riferiscono gli organizzatori, «La crisi climatica e le soluzioni per affrontarla sono state grandi assenti del dibattito» spiega Agnese Casadei, portavoce di Fridays for future Italia.

«Il disastro avvenuto nelle Marche pochi giorni fa ci ricorda quali siano le conseguenze di ignorare la crisi climatica. La possibilità di evitare un aumento catastrofico delle temperature dipende dai prossimi 5 anni, e rischiamo che essi vengano sprecati da un Parlamento che non vede la questione climatica come prioritaria. Non possiamo permetterci che questo accada: la politica deve sapere che ignorare questo problema non è un'opzione se vorrà ottenere il consenso da parte dei cittadini. Deve sapere anche che non agire oggi significa essere complici criminali della crisi più grande della storia dell'uomo».

E non basta votare. «La partecipazione dei cittadini alla politica non può ridursi a mettere una crocetta un giorno - aggiunge Mathias Mancin, altro portavoce di Fridays for Future Italia - I cittadini dovrebbero poter dettare i temi di cui la politica si deve occupare, ma molti dei più gravi problemi degli italiani come la povertà energetica, la disoccupazione, la crisi climatica sono invece rimasti senza risposte serie in questa campagna elettorale» denuncia Mancin.

«Milioni di persone sono rimaste senza una vera rappresentanza. Vogliamo portare in piazza la nostra voce non rappresentata. Se la politica vuole il nostro voto, deve ascoltare la nostra voce» conclude Mancin.













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