Ddl per potenziare figura del reumatologo, più diagnosi precoci



(ANSA) - ROMA, 14 MAR - Valorizzazione del ruolo dello specialista, aumento della diagnosi precoce e riorganizzazione della presa in carico per dare risposta alle necessità dei 5,4 milioni di italiani colpiti dalle malattie reumatologiche. Sono questi i temi principali del Disegno di Legge n.946 in materia di 'Riorganizzazione e potenziamento dei servizi sanitari in ambito reumatologico', presentato in Senato - con il ministro delle Disabilità Alessandra Locatelli ed il sottosegretario alla salute Marcello Gemmato - su proposta della vicepresidente della Commissione Sanità Maria Cristina Cantù. Sono patologie in forte aumento e che colpiscono persone spesso in età lavorativa, che impattano quindi sulla qualità di vita e sui costi a carico della collettività.
    L'obiettivo è operare un rafforzamento dell'intero percorso di cura, dalla prevenzione al trattamento, con l'implementazione di una Rete reumatologica integrata ospedale-territorio. Si tratta, ha spiegato Gemmato, della "seconda patologia per prevalenza in Italia, con oltre 5 milioni di malati reumatologici di cui 734mila in forma grave, con un enorme impatto anche in termini di spesa sul Fondo sanitario nazionale.
    Fondamentale è dunque la diagnosi precoce e la presa in carico di questi pazienti, considerando che sono 200 le diverse tipologie di malattie reumatologiche. L'obiettivo del ddl è la migliore cura e anche il risparmio, quindi curare meglio le persone e come effetto indotto fare risparmiare le casse dello Stato rendendo sostenibile il nostro Ssn". L'obiettivo auspicabile, ha aggiunto, "è la creazione di un anello di congiunzione tra ospedale e territorio, con una maggiore offerta di servizi sociali e sanitari che operino il più vicino possibile ai cittadini. Oggi sono numerose le criticità che vengono riscontrate, tra cui grande disomogeneità di cura e alte spese". Il ddl, spiega Cantù, "prevede la presa in carico dei malati attraverso un approccio integrato da parte del reumatologo e del medico di medicina generale con garanzia di aggiornamento dei livelli essenziali delle prestazioni, per assicurare diagnosi rapide e cure specifiche". Uno dei punti su cui "è più importante intervenire - sottolinea Gian Domenico Sebastiani, presidente della Società Italiana di Reumatologia - è il ritardo diagnostico, che causa un peggioramento delle condizioni di salute, l'accumulo di danno irreversibile e elevati costi sociali. I trattamenti farmacologici attuali, infatti, sono in grado di ottenere l'obiettivo della remissione e sono molto più efficaci quando vengono instaurati tempestivamente". Questo richiede "una maggiore attenzione anche da parte dei medici di famiglia, che spesso visitano per primi i loro assistiti e devono indirizzarli rapidamente allo specialista reumatologo territoriale. Occorre quindi - conclude - un potenziamento dell'assistenza reumatologica negli ambulatori del territorio e nelle strutture ospedaliere". E per la presidente dell'Associazione nazionale persone con malattie reumatiche e rare (Apmarr), Silvia Toniolo, si tratta di una "svolta epocale per i pazienti reumatologici. Chiediamo ora che questo ddl venga approvato all'unanimità e che le Regioni abbiano un percorso condiviso non creando disequità di accesso".
    (ANSA).
   









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