Urologi,più chirurgia ambulatoriale e sinergia territorio



(ANSA) - ROMA, 18 OTT - Più chirurgia ambulatoriale mininvasiva e sinergia col territorio: queste le proposte degli urologi per riorganizzare la rete ospedaliera, che arrivano dall'incontro "Agorà", nell'ambito del 94° congresso della Società Italiana di Urologia (Siu). Per gli specialisti la pandemia ha insegnato che la riorganizzazione della rete ospedaliera non deve basarsi su hub in competizione tra loro.
    Bisogna lavorare piuttosto per costruire un network di realtà che collaborino, coinvolgendo anche la sanità privata. Vanno valorizzate l'importanza della medicina territoriale, della chirurgia ambulatoriale mininvasiva che deve sostituire lunghi ricoveri, "costosi non solo in modo diretto ma anche indiretto", della chirurgia tradizionale ovunque sia possibile e va ripreso un filo diretto con la medicina generale attraverso una rete informatica attraverso una piattaforma nazionale. È da qui che bisogna ripartire, anche per un corretto utilizzo dei fondi riservati alla sanità dal Recovery Fund e dal Meccanismo Europeo di Stabilità, per creare una rete sul territorio unica ed efficace. "Bisognerà intervenire ad esempio - evidenzia Francesco Porpiglia, responsabile dell'ufficio scientifico Siu - sulla necessità di standardizzare gli interventi con i dispositivi chirurgici, che consentono di aumentare la chirurgia mini invasiva. Il sistema attuale premia ancora chi registra degenze più lunghe, e non è uno stimolo a incrementare gli interventi di chirurgia mini invasiva, che invece riducono i tempi di degenza". "La giusta valorizzazione - prosegue Rocco Damiano, componente del Comitato Esecutivo Siu- della medicina del territorio e della sanità privata deve essere parte integrante di un cambio di passo nella riorganizzazione della rete ospedaliera". "Le piattaforme della telemedicina-conclude Walter Artibani, segretario generale Siu - sono strumenti strategici per garantire la migliore assistenza possibile al paziente, favorendo deospedalizzazione e delocalizzazione delle cure. Ma affinché le tecnologie a distanza possano rivelarsi efficaci, è necessario individuare le esigenze di tutti gli attori:l'utilizzo degli strumenti di telemedicina all'interno della rete ospedaliera, fra i presidi ospedalieri, ma anche fra la rete ospedaliera e il territorio". (ANSA).
   









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