Benvenuto Mike Angelidis il lottatore dei Foxes

Il personaggio. Il numero 10 biancorosso ha vinto il duello con l’avversario e ha fornito dischi preziosi ai compagni di linea Daniel Frank e Markus Gander


di Marco Marangoni


BOLZANO. Il suo nome ieri sera è apparso solo una volta sul foglio d’arbitraggio. Nessun gol, nessun assist e soprattutto nessuna penalità ma solo un «+ 1» perchè era uno dei cinque giocatori sul ghiaccio al momento del secondo biancorosso (quello di Carlisle). Mike Angelidis, una delle punte di diamante della truppa di Pat Curcio, è rimasto tranquillo, non s’è scaldato più di tanto. Ha fatto tremare di tanto in tanto qualche balaustra con un mezzo il corpo di un avversario, ha lottato sia in attacco che in difesa, ha controllato sornione qualche situazione nervosa ma non è mai stato protagonista diretto. Ovvero, il 32enne originario dell’Ontario non ha offerto il «suo spettacolo». Il suo show è quello, oltre che a mostrare prodezze e magia con la stecca in mano, anche quello che sa esprimere con gli arti superiori, in gergo hockeistico il «Fighting». Nulla di tutto ciò. Mike, che ha un passato in NHL con i Tampa Bay Lightning, è stato ingaggiato dalla dirigenza biancorossa sia per le sue capacità anche perché è un giocatore che si fa rispettare e difende i suoi compagni di squadra. Nelle ultime stagioni, infatti, più volte Egger e compagni sono stati un po’ troppo sballottati nell’uno contro uno.

Mike ha lottato in qualsiasi angolo del campo e ha dovuto fare i contri con Thomas Vallant, il terzino del Dornbirn che aveva il chiaro ordine di marcarlo il più stretto possibile. Il numero 10 biancorosso vinto spesso il duello con l’avversario e ha fornito dischi preziosi ai compagni di linea Daniel Frank e Markus Gander.

Quella contro i Bulldogs del Dornbirn per Mike è stata la partita numero 1100 della sua ormai lunga carriera iniziata nel 2001 con i «rettili» di Thornhill nell’Ontario Junior Hockey League. Alla voce «PIM» nessuna modifica ai 2132 minuti trascorsi in tutti questi anni in panca punti.Osservando Mike Angelidis c’è più di qualcosa che assomiglia a Dave Pasin, l’indimenticato centro del Bolzano degli anni 1992-1995. Per la sua stazza, 188 centimetri per 97 chilogrammi, per il suo gioco duro, Dave lo avevamo chiamato «Golia». Se Pasin era un gigante, Angelidis non è da meno nell’era dell’hockey 3.0. Una differenza c’è, è più basso di tre centimetri. Insomma, i presupposti per futuri spettacoli targati «Mike Angelidis» ci sono tutti anche perché gli animi caldi nelle altre squadre non sembrano mancare. Un revival, ovviamente con altri attori, dell’epica scazzotta Pasin – Tony Iob tra Bolzano e Milan sarebbe gradito ai chi, e si spera di più di ieri sera, siederà sugli spalti del Palaonda. Quel giorno era il 19 dicembre del 1993, finale dell’Alpenliga.













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