Dalpiaz, trionfa il pilota “fai da te”

Motociclismo: con una gara d’anticipo vince la classe 600 della Coppa Interclub. Senza (finora) l’aiuto di nessuno


di Alessandro Zucali


BOLZANO. Oggi Denis Dalpiaz, pilota 25enne di Ora, è una consistente realtà del motociclismo italiano. Il 2012 è l'anno che lo consacra a “qualcuno” (come si dice nell'ambiente ), conquistando con una gara d'anticipo la Coppa Interclub FMI classe 600 Stock. Un titolo che il giovane Denis si divora, grazie a quattro vittorie su cinque gare, due pole position e due giri veloci.

Ma la sua ascesa al successo è una storia che forse tutti vorrebbero sentirsi raccontare, uno spaccato d'altri tempi che magicamente ritorna, ogni tanto. All'età di appena vent'anni si carica da solo la moto sul carrello, con al seguito nessuno, né un meccanico, né una amico pronto magari ad aiutarlo. Senza indugio si iscrive alle prime gare con i soldi contati, “tirato” di gomme e di materiale tecnico. Quando non cade Dalpiaz centra il podio tenendosi dietro piloti supportati da squadre, da esperienza e da mezzi non certo di fortuna. Ma il canto di lode dura il tempo di una gara, a volte di due nell'arco di un'intera stagione incapace di offrirgli gli strumenti idonei per correre. Fino a quando...

Denis, cosa accadde poi?

«Accadde il miracolo, la favola che ogni pilota desideroso di correre si aspetta. L'anno scorso mi presento sul circuito di Misano in “braghe di tela”, come sempre, pronto per la mia battaglia. La sfida si accende per la vittoria contro un pilota del Team “Moto X Racing” di Rieti, verso il quale riesco a tenere testa, a combattere ad armi impari. E come è andata? Sandro Carusi, team manager del pilota avversario mi si avvicina a fine gara congratulandosi con me, sorridendo compiaciuto di fronte alla mia solitudine agonistica, improvvisata ma felice. Un contatto che scotta. Carusi è titolare di un Team ufficiale della Michelin, talent scout e attento osservatore».

Il contatto scotta davvero, perchè squadre di questo calibro non ti si avvicinano mai per caso...

«Infatti presto nasce un progetto di lavoro con loro, sviluppatosi rapidamente. Nasce anche un nuovo approccio all'agonismo».

Cosa è cambiato in questo nuovo accostamento alle competizioni?

«Tutto, assolutamente tutto. In primis la preparazione. A gennaio pesavo 90 kg, oggi sono 75 kg. Esiste un programma, una tabella di allenamenti in circuito e fuori, una dieta, un preparatore atletico».

Un lavoro, una puntualità alla responsabilità sportiva che le pesa?

«No, affatto. Oggi sono più sereno che mai. Anche la mia credibilità è cresciuta e chi oggi mi sostiene, Gasser Tasporti e Salon Mixart, stimano questo mio impegno concretamente».













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