Hofer e Giomi beffano tutti

Resia. Giro Lago di Resia Special Edition, un successo! Più d’uno pensava che Gerald Burger, eclettico, fantasioso, futurista e lungimirante organizzatore della famosa e storica corsa attorno al Lago...



Resia. Giro Lago di Resia Special Edition, un successo! Più d’uno pensava che Gerald Burger, eclettico, fantasioso, futurista e lungimirante organizzatore della famosa e storica corsa attorno al Lago di Resia, fosse un po’ “pazzo”, anche se in senso buono. Con le mille limitazioni imposte dal contenimento della pandemia sembrava impossibile “imbastire” un evento di massa, e infatti nessuno, prima di sabato, aveva osato.

Lo schema adottato per la ‘Special Edition’ sembrava potesse frenare l’entusiasmo dei runners e invece tutti, campioni e amatori, vinti e vincitori, hanno applaudito il Giro Lago di Resia in questa versione davvero particolare.

Niente partenza di massa, ma start ogni 20” a scelta dalle 7 alle 19. Quindi distanziamento sociale garantito, nessun assembramento né in partenza né in arrivo, numeri dei quasi 2.000 runners – con relativi accompagnatori - diluiti lungo tutta la giornata. Nessuna coda, o al massimo nei momenti più “caldi” code limitate, controllo della temperatura a ciascun runner prima di ritirare il pettorale col pacco gara. Nessun ristoro lungo i 15,3 km sulle rive del Lago di Resia, ma cinque originali fontane in legno dove scorreva acqua fresca e pura, autentico integratore naturale.

Nell’immaginario comune doveva essere una corsa tranquilla, addirittura monotona, ma fino a sera la classifica è stata un continuo sussulto, tanto che tra gli ultimi a tagliare il traguardo sono emersi il quarto e il quinto maschile e la quinta femminile, quando ormai tutti davano per scontati i risultati realizzati a fine pomeriggio. Non che il podio si sia composto semplicemente, come tutti prevedevano con i “vecchi” protagonisti della gara che comparivano in una virtuale lista dei favoriti. I più forti, anche per esigenze televisive, sono partiti poco dopo mezzogiorno staccati di 3’ e così, dopo l’arrivo di Markus Ploner, di Khalid Jbari e del tedesco Hillebrand, già si stavano facendo le foto del podio “virtuale”. Virtuale nel senso che, proprio per rispettare i regolamenti, la classifica veniva mostrata solo in ordine alfabetico con i tempi.

Poi ecco il tempone (50’15”) del bergamasco Iacopo Brasi, rincorso da fotografi, cameramen e giornalisti per le interviste di rito. Nemmeno il tempo di fare alcune foto che sul traguardo piomba sotto l’arco d’arrivo Michael Hofer con un 49’57” a sconvolgere i piani, facendo scivolare così Brasi in seconda posizione e Ploner sul gradino più basso, assegnando la medaglia di legno a Hillebrand. Poi ancora tutto da rifare col comasco Belluschi a piazzarsi quarto davanti al grossetano Boscarini, ed erano le 19.30 passate.

Ma anche per le donne c’è stata vivacità. Petra Pircher alle 8.30 era già in pista (ciclopedonale…) e ribadiva che no, non era allenata, è appena diventata nonna di due bei nipotini e non ha potuto prepararsi come si deve. Ha chiuso con 1h03’49. Franca Fiacconi, la reginetta della NY Marathon, era al centro dell’attenzione. Lei sottolineava che non era preparata e che era rimasta ferma a lungo per un problema fisico. Ma qualcuno pensava alla solita pretattica. Lo pensava anche l’austriaca Sandra Urach, partita a tutta dietro la Fiacconi e dopo pochi chilometri a sorpassarla. Poco prima aveva ultimato la bolzanina Sarah Giomi, che evidentemente ai bookmakers era sfuggita nel lungo elenco dei partecipanti e griffava la classifica, lei che è campionessa italiana maratona, con un significativo 58’16”, la Urach invece chiudeva con 58’49”. Il podio lo completava la lecchese Martina Bilora che scalzava dal terzo gradino la venostana Pircher.















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