Il Südtirol ha dimenticato cuore e idee in spogliatoio 

Calcio serie C. La sconfitta con il Padova deve far riflettere perchè la squadra è scesa in campo con un atteggiamento sbagliato commettendo gravi errori in fase difensiva e non incidendo in attacco. E domenica c’è l’esordio al rinnovato stadio Druso


FILIPPO ROSACE


Bolzano. Cosa è successo? E’ stato l’interrogativo che ha popolato il pomeriggio del post partita dell’Euganeo. Forse anche prima…ovvero dall’ottavo minuto in poi, e dopo aver assistito all’harakiri di Greco su una palla a prima vista innocua, rivelatasi immediatamente fatale. Cosa è successo? E’ successo che il Suedtirol sceso in campo all’Euganeo era, sulla carta, il miglior Suedtirol che mister Vecchi avrebbe potuto schierare, al netto delle assenze per infortunio (Fischnaller, Odogwu e Polak) ed anche di quel turn over che sino al match con il Carpi si era rivelato una strategia indovinata. Il tifoso, l’appassionato ed anche chi scrive comunque s’interroga, grattandosi la fronte nel tentativo di dare una spiegazione all’opaca prestazione esibita contro il Padova. La prima chiave di lettura che, in definitiva, rappresenta anche la prima differenza sostanziale riguarda l’atteggiamento mentale e caratteriale che il Padova ha saputo mettere in campo sin dal primo secondo. Requisiti che, invece, il Suedtirol ha dimenticato nello spogliatoio. Il Padova è sceso in campo con il coltello tra i denti e con il canino insanguinato. Lo si è capito subito, osservando l’aggressività e la cattiveria calcistica di gente come Ronaldo, Della Latta e Nicastro. Gente che ha lottato come se fosse impegnato a disputare una finale. Il secondo punto di valutazione riguarda il gioco. I Panzer hanno fatto girare la palla a più non posso, lasciando pochissimo spazio ai biancorossi altoatesini costretti, loro malgrado, a cercare soluzioni che apparivamo intentate al momento e non frutto di schemi provati a più riprese in allenamento. Il terzo punto (e non ne aggiungiamo altri) riguarda la condizione di alcuni punti di riferimento che, nel tirare la linea, ha dato il colpo di grazia. Il Suedtirol è stato deficitario nelle tre linee dello schieramento, laddove Vinetot non è riuscito a registrare non solo la linea ma è anche incappato nella leggerezza che ha favorito il facile colpo di testa di Nicastro. In mezzo al campo ci sono state le falle più evidenti, partendo dall’inadeguatezza di un capitano di lungo corso come Greco che non è riuscito a prendere in mano la situazione…anzi gli è sfuggita di mano. Mediana che non ha trovato gli spunti Tait e neanche quelli di Beccaro. Infine l’attacco. Con Casiraghi francobollato dai difensori, Rover e Turchetta hanno faticato sia a dialogare che anche trovare spunti personali. Quindi cosa è successo a Padova? E’ successo che l’uno-due sferrato dai biancoscudati deve suonare come una sveglia per l’intera truppa biancorossa. Un campanello utile a svegliare chi pensa che i big match si affrontino con la stessa intensità e decisione di ogni altra partita di campionato. Di solito il notes delle grandi partite, dei cosiddetti big match, è arricchito da spunti ed annotazioni provenienti da entrambi i fronti. Il notes del big match dell’Euganeo, purtroppo, ha segnalato solo gli spunti (ed i gol) del Padova e solo una incursione altoatesina griffata nel tiro da fuori di Tait. E basta questo dato per capire cosa sia successo sul terreno dell’impianto padovano. Se proprio vogliamo guardare al bicchiere mezzo pieno, verrebbe da dire che il ko di Padova non ha compromesso la classifica, visto che lo scudetto biancorosso è rimasto in cima al fianco di quello padovano. Consolazione che deve rappresentare una sprone per cominciare a capire che, in un torneo che appare fortemente equilibrato, bisogna scendere in campo con la gladio sguainata e con l’urlo di battaglia capace di far tremare i polsi all’avversaria. Se non si tornerà ad essere caratterialmente e mentalmente così incisivi, il futuro continuerà ad essere popolato dall’interrogativo: ma cosa è successo?













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