Ma per 7 volte il vessillo è stato portato da atleti altoatesini
ROMA/BOLZANO. Dunque, come avevamo previsto alcune settimane fa e come da Roma avevano poi lasciato intendere la scorsa settimana, l'alfiere azzurro dei Giochi Olimpici invernali di PyeongChang 2018...
ROMA/BOLZANO. Dunque, come avevamo previsto alcune settimane fa e come da Roma avevano poi lasciato intendere la scorsa settimana, l'alfiere azzurro dei Giochi Olimpici invernali di PyeongChang 2018 non sarà altoatesino. L'Alto Adige nella storia dei portabandiera ha, però, una lunga e antica tradizione, che evidentemente soprattutto nei giochi invernali poggia su fondamente più che consolidate. Sette sono stati gli atleti altoatesini che hanno portato la bandiera italiana alla cerimonia d'apertura dei Giochi Olimpici invernali e due di essi (precisamente Gustav Thöni e Paul Hildgartner) hanno addirittura doppiato. Il primo a essere investito nel prestigioso ruolo fu Ferdinando Glück, gardenese appartenente ai Catores, specialista dello sci nordico, alfiere nel 1928 a Sankt Moritz. Per la nomina del secondo alfiere altoatesino si sono dovuti attendere ben 48 anni. Accadde a Innsbruck nel 1976 e l'onore spettò allo sciatore di Trafoi, Gustav Thöni che per i suoi meriti sportivi venne confermato nel ruolo anche per i Giochi del 1980 a Lake Placid. Per le Olimpiadi del 1984 a Sarajevo venne prescelto per la prima volta uno slittinista, il pusterese Paul Hildgartner che portò il tricolore anche nel 1988 a Calgary. Dopo Alberto Tomba ad Albertville 1992 e Deborah Compagnoni a Lillehammer 1994, il Coni scelse per le successive tre edizioni altrettanti altoatesini. Nel 1998 a Nagano portabandiera fu la slittinista Gerda Weissensteiner, nel 2002 a Salt Lake City la sciatrice Isolde Kostner e nel 2006 a Torino la pattinatrice Carolina Kostner. Nel 2014, alla terza richiesta dopo quella di Torino e soprattutto Vancouver 2010, la leggenda Armin Zöggeler accettò la nomina. (m.m.)
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