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Matous, l’hockeista-tennista che giocò a Wimbledon e fece grande il Bolzano

Nato in Cecoslovacchia fuggì nel 1948 approdando prima a Parigi, poi nel Bellunese, in Svizzera e quindi a Bolzano. Milan Matous ha indossato la maglia anche dell’Ambrì-Piotta, che i biancorossi affronteranno il 2 settembre nell’ambito della seconda edizione del “Südtirol Summer Classic”. È stato allenatore e giocatore dell’Hc Bolzano e scopritore di talenti


Marco Marangoni


BOLZANO. Correva l’anno 1948. Febbraio. La Seconda guerra mondiale si era conclusa poco più di due anni prima. L’Unione Sovietica era guidata da un georgiano, il baffuto Iosif Stalin, un dittatore. In Francia il motto settecentesco ‘Liberté, Égalité, Fraternité’ era entrato nella Costituzione. In Italia da poche settimane Enrico De Nicola aveva assunto le funzioni di primo Presidente della Repubblica. A Praga, nell’allora Cecoslovacchia, a seguito del colpo di stato venne istaurato il regime comunista.

Milan Matous, un giocatore di hockey cecoslovacco che decise di scappare. Prima di rifugiò sulle rive della Senna, a Parigi, ed infine in Italia fino a stabilirsi ai piedi delle Tofane: a Cortina d’Ampezzo dopo essere “emigrato” alcune volte in Svizzera.

Dalla relazione tra l’hockeista-tennista e la moglie Helena Straubeova, tennista di buon livello, il 19 maggio del 1955 nasce la figlia Elena. Certo, Elena Matous, nome noto per chi mastica di sport invernali. Prima azzurra, poi sanmarinese e lussemburghese ed infine iraniana, Elenaera la moglie del compianto Fausto Radici.

La primogenita di Milan nacque a Bolzano perché papà in quell’anno era un giocatore (e allenatore) dell’Hockey Club Bolzano.

Matous ha indossato la maglia anche dell’Ambrì-Piotta, squadra che i biancorossi affronteranno il 2 settembre prossimo nell’ambito della seconda edizione del “Südtirol Summer Classic”. Il trait d'union tra i due blasonati sodalizi è, proprio, la figura di Milan Matous, deceduto nel febbraio 2003 e che sia in Alto Adige che in Levantina ha lasciato un ricordo bellissimo. In Svizzera, Milan era stato celebrato come uno dei principali artefici della prima promozione in Lega Nazionale A quando nella stagione 1952/1953 ricopriva il ruolo di giocatore-allenatore. A Bolzano, oltre all’hockey fu anche una delle colonne del Tennis Club cittadino a Gries dove è stato giocatore ma anche maestro.

Le origini

Nato il 4 marzo del 1923 nell’allora capitale cecoslovacca, Matous iniziò a frequentare fin da giovanissimo il circolo tennistico cittadino (I. CLTK Praha) sito sull’isola di Stvanice che da metà anni ‘30 nel periodo invernale, ghiacciando i campi, allestiva anche una squadra di hockey.La società iniziò la sua avventura nel 1936 nel Campionato regionale ceco (girone di Praga e Boemia centrale) per classificarsi seconda nella stagione successiva nel suo girone alle spalle dei concittadini del Lawn Tennis Club Praha (in bacheca avevano già 4 Spengler Cup). Nel 1941, il I. CLTK Praha vinse il Campionato di Boemia e Moravia davanti agli storici rivali del LTC Praha.

All’età di 19 anni Milan entrò in prima squadra. Dopo un anno di interruzione per gli eventi bellici, nella stagione 1945/1946, venne ripristinato Campionato nazionale della Cecoslovacchia.

L’arrivo in Italia

Il primo contatto con l’hockey italiano, Matous lo ebbe quando tra San Silvestro e Capodanno disputò due incontri al “Piranesi” contro la squadra dell’HC Milano. I praghesi s’imposero il 30 dicembre del 1947 per 7 a 5 eD il giorno di Capodanno per 10 a 6. Dal 1948 al 1950 fu posto sotto contratto dalla Federazione Italiana Hockey su ghiaccio come allenatore federale con lo scopo di cercare di migliorare le abilità dei giocatori italiani.

Nella stagione 1950/51 iniziò il suo peregrinare nel ruolo di giocatore-allenatore. Dopo un anno nel Davos, rientrò in Italia per accasarsi nelle file dell’HC Milano Inter con cui vinse il titolo di Campione d’Italia. Per la stagione successiva valicò nuovamente la frontiera italo-elvetica e s’accasò in NLB con i bianco-blu dell’Ambrì-Piotta diventando tra gli artefici dell’impresa della prima promozione in massima serie della squadra levantinese.

L’approdo a Bolzano

Nel 1953 l’ingaggio dall’HC Bolzano per una stagione importante, dall’inaugurazione dell’impianto artificiale coperto della Fiera in via Roma alla volontà dei dirigenti bolzanini (presidente era Angiolo Facchin) di allestire una squadra che poteva dare spettacolo sul ghiaccio portando così spettatori poteva impensierire le squadre milanesi nella conquista del titolo nazionale. La scelta come guida cadde su Matous per le sue qualità sia di allenatore nonché la sua classe come giocatore. Venne inviato in Gran Bretagna alla ricerca di stranieri validi. Rientrò in Italia con un trio delle meraviglie Ken Gardner, Ken Blondin e Clive Millard. Nella rosa anche gli italo-canadesi Carmine Tucci e Richie Frasco che poi fecero impazzire i tifosi bolzanini con sonore vittorie contro le squadre blasonate che man mano gli si presenteranno sul ghiaccio.

Ad esempio, va ricordato l’incontro disputato a Bolzano contro gli “amici ticinesi” dell’Ambrì-Piotta organizzato dall’allenatore cecoslovacco e che terminò 13 a 5 a favore dei biancorossi (Milan segnò 4 gol e 4 assist). Quella stagione iniziò con l’inaugurazione, l’8 novembre, del Palaghiaccio prima con la vittoria per 8 a 5 sull’HC Milano Inter e successivamente con la conquista del primo titolo internazionale per l’HC Bolzano, la “Coupe de La Haye” a L’Aia (Paesi Bassi) contro i padroni di casa ed campioni in carica finlandesi del Tammerfors BK (l’odierno Tappara Tampere).

Matous seguì anche la seconda squadra dell’HC Bolzano e anche qui il suo lavoro portò a buoni frutti. Infatti, i giovani bolzanini vinsero il girone provinciale accedendo alla finale di Torino, poi persa. Nei tre anni successivi, Matous lavorò nel Bellunese, zona in cui visse stabilmente fino alla morte. Per la stagione 1959/60 una nuova chiamata dai dirigenti biancorossi ma questa volta solo in veste di allenatore dato che Milan a 36 anni aveva appeso i pattini al chiodo. Il lavoro fu ottimo. Da registrare la prima vittoria in assoluto dell’HC Bolzano al “Piranesi” di Milano, 5 a 1 (15 gennaio 1960).Nel curriculum di “Milan-tennista” anche le presenze per diversi anni al Roland Garros e a Wimbledon. Sulla terra rossa francese fu presente per tre anni consecutivi (1949-1950-1951) ma si arrese sempre al secondo turno. Sull’erba inglese, quattro partecipazioni con miglior risultato il terzo turno nel 1951 nel tabellone principale e la semifinale nel tabellone degli sconfitti nel 1949.













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