L'INTERVISTA andreas bernard 

«Mondiale al top da affrontare uniti e senza paura» 

Hockey. Il portiere azzurro caldarese è una certezza per il Blue Team «Siamo l'Italia e dobbiamo andare sul ghiaccio sapendo di non aver nulla da perdere, pensando a divertirci affrontando squadre incredibili» 


Thomas Laconi


Bolzano. Siamo nelle sue mani, inutile girarci tanto attorno. Perchè se un portiere vale il 60% di una squadra di hockey, Andreas Bernard per la Nazionale italiana vale anche qualcosa di più. “Octopus”, questo il suo soprannome, è il titolare dell'Italia sbarcata ieri a Bratislava dopo sette ore di bus, reduce da una preparazione lunga in giro per l'Europa. Bernard, rispetto a un anno fa, nel trionfale Mondiale di Budapest culminato con il ritorno del Blue Team nell'Olimpo di questo sport, arriva con le solite grandi motivazioni e anche un po' di energia in più. Perchè ripensando all'avventura in terra magiara, Bernard in Slovacchia, dove sabato inizierà il Mondiale Top Division, arriverà più fresco, dopo una stagione molto particolare, cominciata da titolare con il Porin Ässät, nella “sua” Finlandia, e terminata da campione di Germania a Mannheim, dove Bernard è stato il fedele vice di un certo Dennis Endras. Il futuro del portierone di Caldaro, e questa è una novità, è ancora tutto da definire. Anche da “free agent”, ergo a caccia di un nuovo contratto, il goalie altoatesino mantiene la solita fiducia, il sorriso stampato sulla faccia tipico di quel giocatore sul quale ogni allenatore sa di poter puntare a occhi chiusi. Il Mondiale sarà una grande vetrina per la cenerentola Italia, «ma ogni avventura può riservare sorprese e se dovessimo lottare di squadra – spiega – potremmo anche divertirci e puntare ai quarti di finale. E' tutto aperto, sta a noi farci trovare pronti». Parole di Andreas, il ragazzone dal quale passa il futuro della nostra nazionale.

Andreas Bernard, come arriva a questo Mondiale? L'anno scorso era discretamente “cotto”, quest'anno forse va decisamente meglio. E' d'accordo?

«Sto decisamente bene e credo di avere fatto la scelta giusta ad andare a Mannheim. Mi allenavo con due preparatori dei portieri di grande livello, tutti i giorni, ho avuto la fortuna di militare con alcuni top players di livello mondiale, due vincitori della Stanley Cup e alcuni giocatori che hanno indossato al collo l'argento olimpico con la Germania. Poi è arrivato anche il titolo e una festa con 15.000 persone in piazza a festeggiare insieme a noi. Robe da matti, un'esperienza unica nella mia vita».

Peccato non ripetere un anno così...

«Mi sarebbe piaciuto rimanere, gli Adler hanno fatto altre scelte, ingaggiando lo svedese Gustafsson (ex goalie del Frolunda, campione della Champions Hockey League) e con Endras confermato erano coperti nel ruolo. Guarderò avanti e mi porterò nel cuore questa esperienza incredibile. A Pori è andato tutto storto, a fine gennaio alcuni giocatori sono andati via e direi che purtroppo la situazione si era fatta difficile, non funzionava più nulla».

Adesso Andreas Bernard affronterà i Mondiali con la giusta serenità?

«Credo di sì, anche se la situazione psicologica che vivrò sarà diversa rispetto ad altre occasioni. Se faremo un buon Mondiale credo che potrò avere buone chances di strappare un buon contratto: bisogna avere pazienza e attendere la chiamata giusta. L'estate è lunga, la vetrina di Bratislava per me sarà molto importante».

L'esordio contro la Svizzera non è poi così lontano (sabato). Che ruolo potrà avere l'Italia in questa rassegna di Bratislava?

«Siamo l'Italia e dobbiamo andare sul ghiaccio sapendo di non avere nulla da perdere, pensando a divertirci. Il motivo è presto detto: ci confronteremo con squadre incredibili, che vantano a roster di stelle di livello mondiale. Dobbiamo rimanere uniti e partire senza paura. Possiamo giocarci le nostre carte, abbiamo un girone difficile, contro l'Austria potrebbe essere un vero e proprio spareggio, ma se giochiamo al massimo delle nostre chances potremo fare punti anche contro altre squadre, vedi la Lettonia. L'argento alle Olimpiadi della Germania è un esempio di come in questo sport tutto sia possibile. Anche la salvezza dell'Italia».

L'ultima amichevole a Parigi è stata però complicata per voi. C'è da preoccuparsi?

«Abbiamo dormito all'inizio e a questi livelli non è accettabile. Bisogna sempre farsi trovare pronti, se vuoi giocartela alla pari con certe squadre. Non abbiamo fatto male nel primo tempo, ma in generale non eravamo disciplinati e ai Mondiali non potremmo certo permetterci queste ingenuità. Dobbiamo migliorare anche nel penalty killing, diciamo che dobbiamo crescere in fretta e restare uniti come squadra».

Nel 2012 ha vestito per la prima volta la maglia della Nazionale senior e questo sarà il suo primo Mondiale senza Anton, suo fratello. Strano ma vero...

«Strano, decisamente. Parliamo del mio fratello maggiore, una persona speciale, che ha preso una scelta che ovviamente rispetto. Ma non nascondo di essere molto dispiaciuto di non averlo al fianco in questa avventura».

La nuova vita di Anton capitano del Bolzano: lo hai visto cambiato dopo questa stagione?

«Sono molto orgoglioso della “C” che porta sulla maglia, essere il capitano del Bolzano è un onore e anche un onere. Lui è rimasto sempre lo stesso, sono certo che il prossimo anno i biancorossi giocheranno una stagione di alto livello».

Su Andreas Bernard biancorosso possiamo dire qualcosa?

«Diciamo che un giorno spero di tornare. Tutto qui».

Quando crede alla salvezza dell'Italia da 1 a 10?

«Abbiamo fissato gli obiettivi e voglio essere sincero: mi piacerebbe che l'Italia raggiungesse i quarti di finale. Sulla carta potremmo anche portare a casa 7-8 punti e tutto sarebbe possibile. Dobbiamo dare il 110%, tutti insieme, mettere cuore e entusiasmo. La strada è questa, dobbiamo provarci e dimostrare a tutti quanto sia importante per noi indossare questa maglia».

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