Padri, figli, fratelli e cugini Dai Thöni ai Mölgg lo sci è un fatto genetico


Valentino Beccari


 BOLZANO. I più famosi sono i «fratelli» Vorläufer resi celebri dal compianto Alfredo Pigna che in una telecronaca degli anni'70 commentò con trasporto le discese dei tre Vorläufer ignorando il fatto che Vorläufer significa apripista in tedesco e fu quindi tratto in inganno dalla scritta in sovraimpressione. Eccezion fatta per questa «inforcata» in diretta tv, il mondo dello sci è ricco di fratelli, cugini, figli e nipoti. Insomma, il nepotismo si prsenta storicamente al cancelletto di partenza. Ma non si tratta di raccomandazioni perchè il cronometro è impietoso, chiede il numero di pettorale ma non il grado di parentela. Insomma, la così alta concentrazione di parenti-campioni può avere una sua sua spiegazione genetica, ma niente di più.  Gli apripista in materia sono stati Gustav Thöni e il cugino Roland. Il primo campionissimo capace di vincere tutto il secondo talentuoso e scostante ma comunque due volte sul più alto gradino del podio negli slalom di Coppa del mondo e terzo nello speciale olimpico di Sapporo del 1972 vinto dallo spagnolo Ochoa.  Addirittura gemelli sono Phil e Steve Mahre che negli anni'70 sdoganarono lo sci americano fino ad allora confinato in qualche cartolina illustrata da Aspen. Più bravo Phil capace di vincere tre Coppe del mondo ed un oro olimpico ma non un semplice gregario Steve con la sua collezione di 9 vittorie in Coppa. La decima gli fu tolta per uno scambio di pettorale con il gemello Phil. Facevano così anche con le fidanzate e andava sempre bene ma ai giudici della Fis non sfuggì lo scambio di persona.  Dalla grande America al piccolo Lichtenstein, così piccolo che da quelle parti sono più o meno tutti parenti. Nello sci il numero uno è stato Andreas Wenzel, vincitore della Coppa del mondo assoluta del 1980, fratello di Hanni, Petra e zio di Tina Weirather, tutte sciatrici di Coppa.  Un predestinato è invece Felix Neureuther: uno che ha per padre (Christian) uno slalomista di livello e per madre una campionessa come Rosi Mittermaier non può certo finire a lavorare in banca.  Figlio d'arte è anche Andy Plank che ha accarezzato il circo Bianco ma senza mai alzare la voce contrariamente a papà Herbert che in carriera ha vinto 5 discese libere. Un superG lo ha portato a casa anche Michaela Marzola, figlia del patròn del Superski e sorella di Ivan. La bella Michaela spuntò con l'oro al collo dalla nebbia di Megève: era il 1986 e poco tempo dopo si ritirò a soli 25 anni. Suo fratello ha fatto parte della squadra di discesa ma non si è mai affacciato dalla finestra dei piani alti. In serie anche i Bergamelli: Sergio, Thomas, Norman e Giancarlo con il primo che mise la sua firma al gigante di Kranjska Gora, una sorta di «Milano-Sanremo» dei pali larghi.  Fratelli da un milione di dollari sono Manfred e Manuela Mölgg, ragazzi perbene della Val Badia, educati nei modi e nella sciata con la bella Manuela corteggiata dalle passerelle milanesi. Manfred ha vinto la Coppa del mondo di slalom e l'argento mondiale mentre la sorellina è condannata al ruolo di eterna seconda. Sorelle che vanno veloci sono Elena e Nadia Fanchini ma anche il discesista fiemmese Igor Cigolla (terzo nella libera di Leukerbad del 1988) aveva spianato la strada per la sorella Anastasia che però si è fermata in Coppa Europa.  L'ultima figlia d'arte è Federica Brignone, dinamica e vincente come mamma Maria Rosa Quario, una valanga di grinta e polemiche quando lo sci era molto più azzurro che rosa.  

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