Hoc key donne

Per l’Italia la sconfitta contro la Cina è di rigore

Ai Mondiali prova opaca della squadra azzurra contro la formazione asiatica. E ora per la salvezza diventa decisiva la sfida con il Kazakistan


di Marco Marangoni


KATOWICE (POLONIA). La nazionale femminile è opaca come il ghiaccio quando ha bisogno di una rinfrescata dalla vecchia rolba. Opache sono le prestazioni delle azzurre che stanno offrendo su un ghiaccio non poi così eccessivamente ruvido come quello della Jantor Hala. Analizzando i risultati, il Mondiale di Katowice non sarebbe poi stato così impossibile da vincere. La rassegna iridata di I.a Divisione - gruppo B che sta volgendo ormai al termine è ancora una sofferenza per l'Italia. Una supplizio perché alla vigilia dell'ultima partita per evitare una retrocessione che avrebbe del clamoroso, bisogna affidarsi ai calcoli e soprattutto ai risultati delle altre squadre.

Quanto sta accadendo nella città della Polonia meridionale è un copione già visto negli ultimi due anni. È accaduto il 12 aprile 2015 a Pechino, è accaduto il 10 aprile 2016 ad Asiago. In Cina ci salvarono tre reti nel terzo tempo contro la malcapitata Corea del Nord, sull'altopiano il rigore trasformato da Chelsea Furlani nell'ultimo assalto contro il Kazakistan. Sarà ancora la sfida contro le "ragazze della steppa" la partita decisiva per l'Italia. Quella kazaka è una compagine targata Aisulu Almaty che sta crescendo partita dopo partita tanto da essere in corsa per una medaglia. Anche contro la Cina le ragazze di coach Marco Liberatore non hanno offerto una buona prestazione. In questo Mondiale si sta osservando un'involuzione della squadra, decisamente diversa da quella più pimpante che nel dicembre scorso era andata vicina al passaggio alla fase finale della qualificazione olimpica. Difficoltà nel costruire schemi da mettere scompiglio e di proporre un gioco spumeggiante e soprattutto incisivo.

Dopo aver sofferto le asiatiche per circa mezza partita e con Giulia Mazzocchi più volte sottopressione, le azzurre sono uscite nella seconda parte del terzo drittel senza però mettere a segno il gol decisivo. A sbloccare il risultato è stata Shuang Lu. Si è dovuto attendere il decimo minuto del terzo periodo per assistere al pareggio. A siglarlo, in superiorità numerica, Chelsea Furlani con un tiro dalla blu. Nel supplementare senza particolare sussulti Cina sette volte al tiro, Italia una sola. Ai rigori le italiane hanno palesato chiare lacune con due penalty su quattro finiti fuori dalla specchio. A risolvere il match è stata la capitana cinese Baiwei Yu. Resta comunque un bilancio in negativo perché, un secondo posto, avrebbe consentito all'Italia di poter sfruttare la quasi certa riorganizzazione dei raggruppamenti mondiali. Al congresso IIHF di maggio, la top division molto probabilmente passerà da otto a dieci Nazioni e quindi in tutte le divisioni ci sarebbero due promozioni postume.













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