ATLETICA

 Schwazer: “Ora voglio la revisione del processo sportivo”

Il campione olimpico a Rtl 102.5: “L’accusa di doping è inaccettabile”



MILANO. "La vicenda giudiziaria è finita, è durata quattro anni e mezzo, direi che possono essere sufficienti".

Ha esordito così Alex Schwazer, ai microfoni di "Password", su Rtl 102.5, in merito alla vicenda che lo ha visto coinvolto con l'accusa di doping: "Siamo nel 2013 e stavo preparando l'olimpiade di Rio de Janeiro, quando a giugno viene notificata la positività di un mio campione ad una sostanza dopante, il testosterone, risalente al primo gennaio 2016. Per me quest'accusa è inaccettabile perché non ho assunto sostanze dopanti - racconta -. Sono comunque andato a Rio, ci ho provato perché mi ero allenato duramente e volevo difendermi da quest'accusa, ma sono stato squalificato per otto anni. Una volta rientrato in Italia avrei dovuto decidere se accettare quest'accusa e vivere per tutta la vita con questo peso, oppure cercare di arrivare alla verità. Ho scelto la verità perché per me è un'accusa insostenibile. Sono passati quattro anni di battaglia penale, in cui ho cercato di difendermi dall'accusa di doping davanti al Tribunale penale di Bolzano. E' stata avviata un'indagine molto complessa che ha coinvolto anche i Ris di Parma", i quali hanno constatato che il Dna dell'atleta è stato manipolato.













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