ieri, oggi e domani 

Una gara che è un pezzo di storia in un comprensorio sempre avanti

nova ponente. Trentasei anni. Trentasei edizioni. È due volte maggiorenne lo slalom di Coppa Europa di Obereggen e infatti, come è stato giustamente sottolineato ieri nella conferenza stampa di...


Alessio Pompanin


nova ponente. Trentasei anni. Trentasei edizioni. È due volte maggiorenne lo slalom di Coppa Europa di Obereggen e infatti, come è stato giustamente sottolineato ieri nella conferenza stampa di presentazione dell’appuntamento del 18 dicembre 2019, è la tappa del circuito di Coppa Europa con la maggior tradizione. Il salto indietro di sette lustri e un anno, ci porta a un nome: Egon Hirt, germanico. È il nome che occupa la prima casella nell’albo d’oro dello slalom di Coppa Europa a Obereggen. Sul tratto di maggior pendenza della mitica pista Oberholz, mentre sfiorava con le spalle i paletti (allora mica avevano lo snodo odierno...), Hirt sicuramente non pensava che sarebbe diventato un pioniere. Non s’offenda, ma resta un mezzo Carneade nella storia dello sci e un pizzico di celebrità in più gliel’ha data proprio il fatto di essere stato il vincitore del primo slalom di Coppa Europa a Obereggen.

Una sorta di eccezione, il buon Hirt, visto che fra i suoi compagni di gloria nell’albo d’oro della gara continentale sanflorianesca - comprendendo tutti i tre gradini del podio, non solo quello del vincitore - troviamo nomi che poi sono entrati anche nell’albo d’oro della Storia dello sci, Storia maiuscola. Qualche esempio? Alberto Tomba, Kristian Ghedina (che ogni tanto si cimentava anche, soprattutto in gioventù, nello slalom...), Benjamin Raich, Luc Alphand, Peter Müller, Andre Myhrer e un certo Marcel Hirscher, che giusto adesso con il suo ritiro ha concesso agli avversari di poter... tornare a vincere qualcosa.

Il fatto di avere un glorioso passato per costruire un luminoso futuro, nello staff di Obereggen è la base, più solida ancora dalla neve che a inizio stagione fa da fondo per il successivo lavoro dei cannoni, per non cullarsi sugli allori. Lo dimostra, forse più di ogni altra innovazione che a ogni nuova stagione (sia in piste, impianti o strutture di ristorazione) caratterizza la località altoatesina dello Ski Center Latemar, la scelta di cambiare, dopo l’onorata carriera dal 1983 al 2015, la pista dello slalom di Coppa Europa. Salutata con tutti gli onori (e con un particolare e apprezzato tributo-marketing “d’abbigliamento” per i più fedeli sostenitori) la Oberholz, s’è deciso di rendere ancor più difficile la gara, piazzando dal 2016 i paletti lungo la (rinnovata) pista Maierl. Un mezzo salto nel vuoto non per gli organizzatori, che hanno incrementato la spettacolarità e difficoltà agonistica della gara, ma solo per gli sciatori, che si trovano a danzare fra i paletti in un tratto di muro che ha il 55% di pendenza. Lo slalom di Coppa Europa sulla Mairl è insomma un esame di maturità per potersi poi iscrivere nell’ateneo di chi è legittimato ad ambire a metalli preziosi a cinque cerchi piuttosto che a sfere realizzate in miscele di sabbia quarzosa, minio e carbonato potassico con eventuale aggiunta di acido borico e ossido di piombo, altrimenti dette coppe del mondo. Ricordando poi comunque sempre la gara di Coppa Europa in quella bella località sciistica a due passi da Bolzano...

©RIPRODUZIONE RISERVATA















Altre notizie

Attualità