L'INTERVISTA Max Ansoldi  

«Volevo staccare mi hanno chiesto di non mollare» 

Hockey Ihl. Dopo sei mesi e 15 giorni di squalifica l’allenatore del Merano è tornato a sedersi in panchina. «I giocatori mi hanno lanciato ogni giorno dei bellissimi messaggi, sono davvero felice»


Thomas Laconi


Merano. Il leone ferito non scorda mai il suo ruggito. Sono passati sei mesi e 15 giorni esatti, da quando Max Ansoldi coach del Merano, ha cominciato a vivere una delle pagine più complicate della sua carriera sportiva. La storia è molto semplice. I bianconeri perdono gara 5 della finale di IHL contro Caldaro, dopo una partita accesa, con un finale molto convulso ed un dopogara pieno di polemiche. Ansoldi senior (il fratello Luca è il capitano sul ghiaccio del Merano ndr) reagisce male a quella che definisce un’ingiustizia, rispetto ad alcuni episodi arbitrali del terzo tempo. Scatta la squalifica, pesante, pesantissima, motivata con un curioso rapporto della giustizia sportiva. “L’allenatore della squadra di casa, nel manifestare la sua animata protesta nei confronti dell’operato dei direttori di gara, impugnava una stecca in carbonio lesionata, lanciandola, come un giavellotto, in direzione degli arbitri all’ altezza delle loro teste”. E` passato un bel po`di tempo, qualcuno alla Meranarena ci ride su (“stiamo ancora cercando il famoso giavellotto” – dice un tifoso bianconero), ma intanto la Merano bianconera ha ritrovato, in panchina, il suo leader maximo. Fine dell’esilio: il leone è uscito dalla gabbia, concedendosi una serata perfetta: 5-0 al malcapitato Varese, tre punti in saccoccia, primato consolidato in campionato e un nuovo inizio, utile per cancellare un frustrante passato. “Volevo addirittura prendermi una pausa – dice Max Ansoldi – poi però chi mi vuole bene mi ha convinto a non mollare. E adesso sono davvero felice”.

Massimo Ansoldi, finalmente torna a respirare l’odore del ghiaccio. Quanto è stato difficile vivere l’hockey lontano dalla sua essenza?

“Il ghiaccio è qualcosa di speciale per chi ama questo sport. E´stato difficilissimo, avevo anche deciso di prendermi una pausa, ma poi la società e soprattutto i giocatori mi hanno lanciato, ogni giorno, dei bellissimi messaggi, così forti che ho deciso di cambiare idea e di proseguire la mia avventura. Ho lavorato a stretto contatto con il mio vice (Claudio Rier ndr) e prima di ogni gara, in questo lasso di tempo, abbiamo sempre preparato le partite il giorno prima”.

Ripartire da un match-clou, dominandolo, è forse il miglior modo per celebrare una serata di festa…

“Abbiamo giocato una grande gara, siamo stati perfetti e abbiamo meritato di vincere questo scontro al vertice. Direi una festa perfetta per una serata molto particolare”.

In questo lungo periodo di stop che idea si è fatto di questa brutta vicenda?

“Dal momento in cui ho deciso di andare avanti ho deciso di cancellare tutto e di guardare avanti. E´stato molto particolare ma anche molto producente guardare le partite dall’alto, perché si riesce ad analizzare le gare e gli avversari sotto un altro punto di vista. Un’esperienza nuova, non è stato tutto da buttare, ma un’esperienza dalla quale ho potuto imparare cose nuove”.

Dopo questa squalifica cambierà il suo rapporto con gli arbitri?

“Io non ho un brutto rapporto con gli arbitri, li rispetto. Sbagliano loro, come sbagliamo tutti noi. So cosa è successo, ma ormai è passato. Ai miei giocatori, e questo lo ribadisco, insegno soltanto a giocare a hockey: chiudere le cariche e bastone sul ghiaccio. Siamo delle persone oneste, capita di perdere la testa, poi però si deve guardare avanti, senza troppe recriminazioni”.

Merano-Varese è un tuffo nel passato che stringe un po`il cuore.Merano merita e vuole un futuro diverso da questo?

“Vogliamo vincere il campionato, poi il resto si vedrà. Bisogna concentrarsi sul traguardo e pensare a raggiungere un traguardo alla volta. Lavoriamo solo per questo, tutti i giorni, con i piedi per terra”.

A chi dedica un “ruggito” speciale, dopo questi mesi difficili?

“A mia moglie: una donna speciale, che mi sostiene sempre e mi da tanta forza e coraggio”.













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