Coldiretti, dal Nutriscore ai fake è sos per cibo italiano



(ANSA) - ROMA, 07 MAG - Salumi e formaggi italiani Dop come il prosciutto di Parma o il Pecorino toscano marchiati con il bollino rosso, etichette allarmistiche sul vino che, dopo l'Irlanda, arrivano anche in Belgio, esportazioni di frutta e verdura di IV gamma messe a rischio dalla direttiva sul packaging e prodotti stranieri che diventano magicamente italiani grazie a minime lavorazioni: questi i pericoli principali per nostro made in Italy a tavola al centro dell'allestimento nello stand Coldiretti a Cibusl la fiera alimentare che si è aperta oggi a Parma.
    Il Nutriscore resta un pericolo, dice Coldiretti secondo cui "l'etichetta a semaforo sembrava congelata, ma alla quale il Portogallo ha recentemente aperto le porte andando ad aggiungersi a Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo. Un sistema sostenuto dalle multinazionali che penalizza prodotti simbolo della Dieta Mediterranea, non fornendo informazioni ma facendo scattare l'allarme su alcuni prodotti per condizionare le scelte alimentari dei cittadini".
    Basti pensare che alcuni gioielli del made in Italy a tavola sono classificati con la lettera 'E' in rosso (il rating peggiore) ma lo stesso olio extravergine d'oliva può vantare appena una 'C' mentre bevande gassate e cibi ultraprocessati vengono promossi a pieni voti col bollino verde e la lettera 'A'.
    Interrogativi aperti anche sulla direttiva packaging. Se sono salve bottiglie di vino e vasi per i fiori, resta in bilico l'ortofrutta di IV Gamma, dove il futuro di insalata in busta o confezioni di pomodorini è affidato a deroghe a livello nazionale. Secondo Coldiretti rischia poi di allargarsi "anche la follia delle etichette allarmistiche sul vino dopo che l'Irlanda ha ottenuto il via libera dalla Commissione Europea e con il Belgio che ha annunciato l'intenzione di seguire la stessa strada". "Ci auguriamo che la futura Commissione - sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - faccia scelte più consapevoli e non ideologiche, risolvendo le problematiche ancora aperte che pesano ancora sui bilanci delle imprese agricole europee, ma anche affermando i principi della reciprocità delle regole e della trasparenza verso i cittadini su quanto portano in tavola". (ANSA).
   









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