Podcast / Storia

Il Trentino nella Grande Guerra: il conflitto rapido è solo una illusione

Gli ospedali di Trento e Rovereto, così come quelli di Vienna e Innsbruck, sono pieni di feriti trentini. L’autunno è alle porte e il raccolto è stato magro. L’illusione di una guerra rapida si è infranta contro una dura realtà. In Galizia la guerra va male, mentre i giornali esaltano l’eroismo dei soldati.



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Il Trentino nella Grande Guerra: dal fronte poche notizie ma molti morti e feriti

Il Trentino festeggia il nuovo papa, Benedetto XV, ma le prime pagine dei giornali sono monopolizzate dalle notizie della guerra. I trentini cominciano a conoscere nomi che in futuro segneranno la storia di molti soldati, come la Galizia. Dal fronte arrivano le testimonianze dei combattenti, ma soprattutto i morti e i feriti, che affollano i treni in arrivo alla stazione di Trento.

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Il Trentino nella Grande Guerra: in marcia verso i "monti Scarpazi"

Le armate si muovono rapide in tutta Europa. Gran parte dei soldati mobilitati in Trentino sono inviati ai piedi dei Carpazi, subito rinominati "monti Scarpazi", sul fronte orientale. Pochi dei circa 60mila trentini arruolati combatteranno contro le truppe italiane. I loro diretti avversari furono i russi. Più che sul Carso morirono nelle pianure orientali.



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Il Trentino nella Grande Guerra: la scelta di Cesare Battisti

Cesare Battisti ha fatto la sua scelta e da Trento ha scritto al re Vittorio Emanuele, che pure non amava: un appello per liberare «un popolo gemente sotto tristissimo triplice giogo». Il sentimento di italianità, scrive Battisti, è «sangue del sangue di tutto il popolo». È, per Battisti, il definitivo addio alla pace e all’antimilitarismo. Intanto l’Europa precipita nell’incubo di un conflitto globale.

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Il Trentino nella Grande Guerra: guerra di informazione

L’Europa piomba nel turbine della guerra. Che diventa anche guerra di informazione. Le pagine del giornale “Il Trentino” vengono affisse agli angoli delle strade. I bollettini entusiastici si susseguono. La dichiarazione di neutralità italiana viene accolta con amarezza in Austria.

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Il Trentino nella Grande Guerra: un appello inascoltato

In Trentino, alle famiglie dei richiamati, destinati al fronte, vengono assicurate delle sovvenzioni. Il papa, Pio X, sollecita i cristiani a pregare per la pace. Alcide Degasperi invita a seguirne l’appello. Ma la guerra russo-tedesca è già cominciata, mentre Francia e Inghilterra si apprestano a scendere in campo.



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Il Trentino nella Grande Guerra: la mobilitazione trasforma città e valli

Poche settimane dopo l’attentato di Sarajevo, il re Vittorio Emanuele III nomina un nuovo capo di stato maggiore: è il generale Luigi Cadorna. È l’uomo che manderà al massacro, nei combattimenti in trincea, una generazione di italiani. In Trentino continua l’affluenza in città dei richiamati: non solo uomini, ma anche muli e cavalli.

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Il Trentino nella Grande Guerra: i treni viaggiano verso l'ignoto

A Trento la stazione è una delle mete domenicali per la città: ci si va per passeggiare, per vedere i treni e per fantasticare sui viaggi impossibili. Ma adesso la stazione diventa il simbolo della mobilitazione, e i treni viaggiano verso l’ignoto e verso il pericolo, lontano da casa.