Germania

Cambiamento climatico, gli ibis virano e adesso svernano in Spagna



Agli altoatesini sono ormai familiari, da anni li hanno visti volare o sostare nei campi per qualche giorno tra una tappa di trasferimento e l’altra. Gli ibis eremita, gli strani uccelli dal becco lungo e ricurvo e la testa calva al centro del progetto europeo LIFE per la loro reintroduzione nella natura in Europa, sono ben noti in questa regione. Pochi giorni fa due di loro, Jazu e Holly (tutti gli ibis del progetto hanno un nome) per esempio hanno fatto una breve sosta a San Vigilio. Holly è una femmina di 2 anni mentre Jazu, 13 anni, è il fantastico veterano del progetto: il primo ibis a percorrere la rotta migratoria insegnatagli da un altro uccello, quindi il primo ibis selvatico migratore.

“È un espertissimo che ora accompagna gruppi di giovani ibis nelle loro migrazioni”, spiega Laura Stefani, portavoce italiana del Waldrappteam che è responsabile di tutto il progetto. Gli altoatesini hanno avuto modo di conoscere questi volatili perché finora gli ibis dai luoghi di riproduzione in Austria e nel sud della Germania imparavano volando anche sull’Alto Adige la rotta migratoria autunnale accompagnati dall’uomo per arrivare in Toscana, all’Oasi di Orbetello, a svernare. E l’esempio di Jazu conferma che continueranno a farlo, trasmettendo la conoscenza della rotta ai loro discendenti. Ma ora il gruppo di ricerca internazionale capitanato dal biologo e ambientalista austriaco Johannes Fritz va oltre. Anzi, è già andato oltre, perché l’ultima migrazione guidata dall’uomo degli ibis eremita ha portato i giovani uccelli da Taching am See in Alta Baviera in Andalusia.

Una rotta completamente nuova per cui è stato necessario volare per 52 giorni, con il Waldrappteam, come sempre, a bordo di un ultraleggero davanti agli uccelli. Oltre 2.600 chilometri attraverso la Germania meridionale, la Francia e la Spagna, per poter rilasciare gli ibis n natura in Andalusia. “Mai prima d’ora l’uomo aveva percorso una distanza così lunga assieme un numero così elevato di giovani uccelli. – dice Fritz -, questo viaggio unico stabilisce nuovi standard nella conservazione delle specie e dimostra la fattibilità della reintroduzione degli uccelli migratori”. A spingere il team Waldrapp a valutare una nuova rotta per il proprio programma, che è portato avanti da 10 partner sotto la guida dello zoo di Schönbrunn a Vienna, è stata la contezza del crescente impatto dei cambiamenti climatici sulla popolazione di Ibis eremita. Gli autunni sempre più caldi hanno fatto sì che l’inizio della migrazione autunnale dai luoghi di riproduzione in Austria e in Germania sia sempre più ritardato.

«Quelli che che nascono a Überlingen sul lago di Costanza non riuscivano a passare le montagne svizzere che spesso erano già innevate quando comincia la migrazione – dice Stefani - questa nuova rotta migratoria permetterà di migrare anche agli uccelli che partono in ritardo senza mettere in pericolo la loro vita». La nuova rotta verso la Spagna, infatti, non richiede l'attraversamento di montagne, così gli ibis eremita possono intraprendere il trasferimento più tardi. Diversamente da quanto accadeva nel trasferimento in Toscana, nel volo verso l’Andalusia il Waldrappteam ha dovuto confrontarsi con una grande varietà di venti, dal maestrale nella Valle del Rodano, ai venti degli altopiani spagnoli, fino al vento di levante e al ponente in Andalusia. Affrontarli, però, è stato facilitato dalla nuova collaborazione con i meteorologi professionisti di Austro Control.

Come sottolinea Johannes Fritz, che nel progetto ha anche la funzione di pilota, “ la completa dipendenza dal meteo e dal comportamento degli uccelli ha messo a dura prova la pazienza e la motivazione di tutti noi. Le previsioni meteorologiche precise hanno permesso di ottimizzare la pianificazione dei voli. Mentre lo scorso anno ci sono stati quattro atterraggi d'emergenza su questa rotta a causa del forte vento, ora siamo riusciti a evitare completamente queste situazioni di pericolo". All’inizio è andato tutto bene: i 36 giovani uccelli hanno seguito l'ultraleggero in modo affidabile, poi le cose sono cambiate. Sempre più spesso alcuni, o tutti, i giovani Ibis eremita rimanevano sulla pista di decollo, nonostante i numerosi tentativi di farli alzare in volo. Alla fine hanno dovuto essere trasportati in auto nei loro trasportini per almeno sei delle 19 tappe. Ma quanto è accaduto non dovrebbe influire sul loro comportamento futuro, il team è fiducioso che tutti e 36 saranno in grado di ritrovare la via verso i luoghi di riproduzione, benché alcuni di loro non abbiano percorso alcune tappe e non abbiano quindi l’esperienza del volo.

Johannes Fritz non è preoccupato: “sono sempre affascinato dalla complessità del comportamento di questi uccelli migratori. Anche dopo 20 anni di ricerche, molti dei loro comportamenti sono ancora difficili da interpretare”. La nuova rotta verso la Spagna porta anche alla fusione con una popolazione sedentaria che si è stabilita in Andalusia. Miguel Angel Quevedo, che dirige il Proyecto Eremita andaluso, a tale proposito dice: “la fusione delle due popolazioni offre opportunità di vasta portata per garantire la sopravvivenza a lungo termine dell'Ibis eremita in Europa”. L’obiettivo condiviso tra Spagna e Austria è quello di creare una popolazione europea di Ibis eremita con colonie migratorie e stanziali su un territorio di oltre 500.000 km². Per Fritz la fusione dei due progetti rende la reintroduzione dell'Ibis eremita in Europa un esempio di best practice per la conservazione delle specie.

Lungimiranza, cooperazione transfrontaliera e innovazione potranno compensare i progressivi effetti del cambiamento climatico sulle popolazioni animali. La nuova fase del progetto ha una durata triennale. Tre anni possono essere tanti ma anche pochi quando si tratta di perfezionare le migrazioni sull’Andalusia e al contempo lavorare in Italia sulla predisposizione delle condizioni per la riproduzione e contrastare la caccia illegale., una delle grandi piaghe che affligge l’ambizioso progetto europeo.

 













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