Passeggiando all’ombra di variopinti murales



Li chiamano graffitari, per nobilitarli li definiscono “writers”(una volta si latinizzava o si francesizzava, oggi dilaga l’inglese), non manca la definizione di imbrattatori, ma accanto a quelli che imbrattano veramente e sconsideratamente ci sono anche dei veri e propri artisti. Cancellare allora le loro scritte sui muri? Sì, ma quali? Non tutte, evidentemente. Ci sono, accanto ai vari “viva Quello” e “abbasso quell’Altro”, anche vere e proprie espressioni artistiche, che nobilitano i percorsi cittadini. Ed è così che il Comune, anziché lasciarsi andare ad operazioni-pulizia oltretutto costose (e inutili: certi sgorbi verrebbero subito rinnovati), ha ritenuto preferibile canalizzare queste velleità grafiche traducendole in qualcosa di accettabile, gradevole, coinvolgente.

Ed è stata questa la carta vincente. Tutto è cominciato una decina di anni fa e il settore è stato affidato ad una funzionaria, la dott.ssa Michela Vanzo. “Sto per lasciare il testimone che passa ora al dott. Manuel Mattion: il discorso lo porterà avanti lui, ora. Sicuramente allargandolo”. Intanto in questi ultimi anni noi bolzanini abbiamo assistito ad un progressivo espandersi di questa variopinta esperienza grafica, che ha indubbiamente abbellito la città, arricchendola di movimento e colori. Il rinnovato stadio Druso ne è un esempio, sul lato prospiciente l’Isarco, anche la lunga ciclabile che porta dal ponte Loreto e quello di Campegno ospita affreschi fantasiosi, fatti di figure ma soprattutto di scritte quasi deliranti, indecifrabili forse ma sicuramente affascinanti, a mezza via tra il fumetto, il floreale e il gotico, in una fantasmagoria di colori. È tutto un murale in via Lancia quello che era il grigio muro delle Acciaierie, fantasie variopinte lungo la ciclabile elevata tra viale Europa e via del Ronco, e intanto prendono vita altri angoli della città, mentre in questi giorni ci si appresta a decidere su via Torricelli, via Fiume, forse anche su via Lazzarini: siamo curiosi di apprendere novità. Ma chi sono questi nuovi ma veri artisti? Giovani, indubbiamente (anche se vi sono degli “anziani” che si avvicinano ai trenta), giovani che si sono accodati ad una moda, nobilitandola.

Non più brutture insensate, ma molto meglio. Coordinando queste iniziative e dando loro uno scopo attraverso un’operazione di volontariato che fa capo a Riccardo Rizzo (grazie l’associazione Volontarius, di via Di Vittorio) a questi ragazzi dotati si aprono nuove ed interessanti prospettive. “Frequentano i nostri laboratori, e imparano”. Solo bolzanini? No: vengono anche da altre regioni, ma tutti all’insegna del dilettantismo.

Il Comune mette loro a disposizione i colori, i mezzi tecnici, e loro dipingono, spruzzano… Ma proprio nessun compenso? Ci sono anche autentici professionisti ed anche loro mettono a disposizione di Bolzano gratuitamente la loro abilità. A conti fatti, sanno che la visibilità che viene loro dall’attività pubblica che esercitano sui nostri muri, finisce con l’avere per loro anche un valore promozionale. “Noi eravamo convinti ma perplessi – dice Michela Vanzo – ma riscontriamo ora che vedevamo giusto. Mettere a disposizione di tanti giovani questi muri, oltretutto, ne tiene lontani gli imbrattatori. Abbiamo riscontrato che davanti a belli e vivaci murali, i classici imbrattatori si astengono e li rispettano. È la vittoria del bello, comunque lo si voglia intendere. E l’iniziativa può indurre oltretutto tanti padroni di case e condomini dal mettere fine alla loro pigrizia, adottando anche loro l’opera di questi validi artisti da strada.

 













Altre notizie

Attualità