Il caso

Attività estive: famiglie in crisi, «Click day» preso d'assalto

Le dodici settimane senza scuola mettono in difficoltà i genitori. Bruciati in pochi minuti i posti disponibili. Corsa alle associazioni con più esperienza, ma la disponibilità è limitata. E rispetto all’Estate Ragazzi i prezzi lievitano


Davide Pasquali


BOLZANO. Dove ti sistemo i ragazzini per l'estate? Un tema che ben conoscono le famiglie bolzanine con figli. Ci si comincia a dannare l'anima già a gennaio, per cercare di trovare un posto. Con eccessi tipo quest'ultimo: per certe attività c'è il «click day». Un esempio, senza citare l'associazione, che ovviamente non ne ha alcuna responsabilità o colpa: il 1° marzo alle ore 12 via alle iscrizioni online, in pochi minuti bruciate decine di posti. E chi tardi arriva, male alloggia. I genitori bolzanini sono esasperati e chiedono alla politica una soluzione concreta, che a ben vedere non è l'asilo estivo - sul quale la neo assessora Rosmarie Pamer ha già anticipato che probabilmente non se ne farà nulla, e che comunque non coprirebbe la fascia d'età delle primarie, ma soltanto quella delle scuole dell'infanzia. Serve piuttosto un supporto concreto: contributi monetari alle famiglie, sovvenzioni che giungano in tempo utile per le associazioni, messa a disposizione di più spazi pubblici a prezzi calmierati o a titolo gratuito, aiuto nel reclutamento e nella formazione di personale ad hoc per aumentare i posti disponibili per i bimbi, sburocratizzazione dei processi, molta più chiarezza, una sistematizzazione con regia unica, provinciale o municipale.

Serve un foglio Excel

Fatte salve le coppie che godono di un lungo periodo di ferie estive e quindi di molto tempo libero, e le famiglie con nonni giovani e dotati di seconda casa al mare o in montagna, per i genitori che lavorano a tempo pieno sono guai. Dodici settimane senza scuola. Dalle medie in poi magari te la cavi, ma finito l'asilo nido, che di norma non chiude quasi mai, dai 3 agli 11 anni sono dolori. Due o tre settimane di ferie aiutano a venirne a capo, ma per il resto che fare? Se poi i figli sono più d'uno, di età diversa, con esigenze diverse, uno da sistemare in un posto ad una certa ora, l'altro in un altro posto con orari differenti di entrata e uscita... E poi occorre premere sul datore di lavoro, messo alle strette perché già dopo Capodanno urge sapere se si ha diritto alle ferie e esattamente quando. Con le conseguenti tensioni con i colleghi, che magari non hanno famiglia e spesso non capiscono. Non sono poche, le famiglie, che per uscirne vive decidono di compilare fogli excel con tutti gli incastri spazio-temporali. Per non parlare dell'altro grande nodo: i costi.

Le famiglie sono esasperate

Sono innumerevoli le segnalazioni al riguardo giunte in redazione. E i genitori sono preparatissimi, «forse più di chi sta nelle stanze dei bottoni», protestano. Intanto, senza fare nomi e cognomi, in città è noto: ci sono associazioni con esperienza, molto attive da tanti anni, i cui collaboratori sono ben formati. Ovviamente, sono le più richieste, dunque c'è l'arrembaggio. C'è poi il meccanismo dell'esperienza diretta: chi l'anno precedente si è trovato bene, cerca di tornare. Al contrario, chi non è soddisfatto dopo la prima esperienza, cambia. Ormai quasi tutte le associazioni che offrono assistenza estiva sono attrezzate con tecnologie online: in molti casi non è questione di giorni o settimane, ma di ore. Sbagli la tempistica e resti a terra.

Raccontano i genitori

Si parla tanto di aprire gli asili durante l'estate, ma non è una soluzione. La politica, spiegano pragmatici, dovrebbe migliorare o implementare il tipo di servizi già attivi. Si dovrebbero aiutare le associazioni in modo da consentire loro di accogliere più bambini. Perché pochi genitori possono permettersi di prendere tante ferie, magari già esaurite perché i figli durante l'inverno erano malati, o permessi, che vengono retribuiti troppo poco: stai a casa, ma lo stipendio ti cala molto. Insomma, le associazioni ti salvano, ma devono essere messe in condizioni di aiutare davvero. Perché non tutti i nonni se la sentono o hanno l'età per tenere i bimbi tutto il giorno. Tante associazioni offrono aiuto al mattino, ma al pomeriggio? Altre in quella settimana in cui hai bisogno ti mettono in lista d'attesa, perché in quel dato periodo le famiglie che chiedono due settimane sono molte e ti passano davanti. Il Comune per carità c'è, ma si limita a coordinare l'Estate bambini e ragazzi gestita dalle associazioni (aumento da 1000 a 1200 partecipanti soltanto l'anno scorso). Quest'anno, la brochure con tutte le iniziative estive private è stata pubblicata a febbraio inoltrato, quando molte iscrizioni erano già state avviate. I genitori più scaltri iniziano a studiare la situazione già a gennaio, sul web, in autonomia. Tenendo conto che i figli vanno più volentieri a una certa attività perché c'è l'amichetto del cuore. Vai tranquillo se li mandi all'Estate ragazzi, che però dura solo 5 settimane, però almeno costa solo 75 euro a settimana e il pranzo non si deve portare da casa. Ma se cerchi qualcosa in più, magari con di mezzo l'assistenza professionale in inglese o tedesco, i costi lievitano. Come minimo arrivi al doppio. E a fine estate le cifre sono a tre zeri.In panne anche le associazioni. Quelle strutturate meno, ma per tutte c'è difficoltà a trovare personale. Alcune realtà prima raccolgono le adesioni, poi si attrezzano. Per molte associazioni la burocrazia è eccessiva, si diventa matti a gestire la macchina. Ci sono associazioni costrette a chiede fidi in banca, perché il contributo pubblico arriva dopo ma i soldi servono subito. Come controparte, i genitori, stressati. Con la ciliegina sulla torta: il click day, cui partecipi ma magari ti va male...













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