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Allarme baby gang a Laives, identificati dodici ragazzini 

Azione congiunta di carabinieri e polizia dopo l’allarme lanciato dai cittadini. Intanto il consigliere Bertolini critica l’amministrazione e plaude all’azione dei residenti



LAIVES. Allarme baby gang a San Giacomo: carabinieri e polizia, nella serata di martedì, identificano dodici ragazzini, di età fra i 14 e i 16 anni. A darne notizia è il sindaco Christian Bianchi, che anche assente dall’Italia, in questi giorni, si è tenuto in contatto con le forze dell’ordine.

«Ho avuto modo di parlare con carabinieri e polizia - ha fatto sapere - e anche con il nuovo questore di Bolzano, chiedendo a tutti la massima attenzione per i fenomeni di San Giacomo, dove troppo spesso minorenni di Bolzano decidono di venire. L’attivazione è stata immediata e così, in un’azione congiunta fra carabinieri e polizia, sono stati individuati e segnalati circa 12 ragazzini, di età fra i 14 e i 16 anni». E ancora: «Ho chiesto di intensificare al massimo i controlli e il presidio al fine di disincentivare questi fenomeni».

Ma sulla questione delle baby gang che stanno imperversando, da qualche tempo, a San Giacomo (ne abbiamo scritto sull’edizione di martedì, riportando anche il racconto di alcuni genitori che hanno denunciato casi di molestie, oltre che di danneggiamenti e disturbo della quiete), interviene anche il consigliere comunale di opposizione Luca Bertolini, che si scaglia contro l’inoperosità della giunta comunale.

Bertolini ricorda le sue numerose iniziative politiche, in consiglio comunale: «Ci siamo sentiti replicare, spesso, che tutto era sotto controllo e, talvolta, siamo stati tacciati come quelli che fanno degli eventi un pretesto politico e lo amplificano, mentre ci è stato comunicato che la maggior parte di questi fatti avevano ricevuto risoluzioni e che molte delle forze messe in campo avevano raggiunto il loro obiettivo. Anche durante l’ultimo consiglio comunale ho presentato un’interrogazione su dove sia finita la Consulta dei giovani, importante non solo come organo di indirizzo politico ma soprattutto di ascolto del mondo giovanile, forse la chiave per affrontare alcune questioni, ma pare si debba aspettare ancora del tempo».

Bertolini esprime apprezzamento per l’iniziativa della gente di San Giacomo. «Mi fa un immenso piacere, a questo punto delle cose, che siano i cittadini stessi a prendere l’iniziativa e a iniziare a muoversi», dice contestando la politica che sostiene «che sia esagerato parlare di baby gang», e che invece «di prendersela con i genitori, li si dovrebbe sostenere, attivando politiche giovanili, anche sovracomunali efficaci, e non scrivendo dei post su Facebook in cui si sostiene che i responsabili dell’ultimo atto non sono di Laives. Le strutture giovanili sul territorio, ricchissime di iniziative, non possono, da sole, farsi carico di tutto. Qui ci sono dialoghi da attivare, oltre a quelli sicuramente efficaci con le forze dell’ordine di cui siamo informati, anche di reti educative. I giovani in questione non hanno bisogno solo di feste, meno ancora di spazi autogestiti, ma di azioni talvolta decise insieme a dei tavoli permanenti in cui il coordinamento, le proposte, le iniziative sul territorio siano questione prioritaria. Ben venga quindi il faro che i cittadini e le cittadine, anche organizzandosi autonomamente, accendono sul tema in modo propositivo; mi sento di sostenerlo politicamente». GL.M.

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