«Dare più spazio ai fiumi per avere più sicurezza»

Egna. «Le inondazioni dei fiumi Adige e Isarco che nei giorni scorsi si sono verificate in Alto Adige hanno dimostrato che rinforzare e alzare gli argini dei fiumi non è sufficiente a proteggere il...



Egna. «Le inondazioni dei fiumi Adige e Isarco che nei giorni scorsi si sono verificate in Alto Adige hanno dimostrato che rinforzare e alzare gli argini dei fiumi non è sufficiente a proteggere il territorio contro le piene». A sottolinearlo con una nota sono gli ambientalisti del Wwf altoatesino.

«I fiumi, come noto, in natura scorrono in un alveo affiancato da ampie aree di espansione in cui, nei periodi di piena, si riversano le acque in eccesso. Negli ultimi decenni – sottolinea Luigi Mariotti – l’espansione delle zone coltivate e abitate e la costruzione di strade, ferrovie, piste ciclabili e di industrie hanno determinato la progressiva riduzione delle aree fluviali e la loro delimitazione attraverso argini artificiali che impediscono alle acque di minacciare le opere dell’uomo. Gli interventi per regolare il flusso delle acque si sono sempre più intensificati, e in molti punti gli argini sono stati rinforzati e innalzati. Gli alvei sono rettificati, ristretti e ingabbiati entro sponde di cemento e massi ciclopici, con gravi ripercussioni sulla fisionomia dei corsi d’acqua e sugli equilibri ambientali».

«Le opere di sistemazione idraulica eseguite in provincia – prosegue nella nota il Wwf provinciale – hanno così trasformato i fiumi in canali in cui le acque scorrono sempre più rapide: è aumentato quindi il rischio che, durante le piene, le acque travolgano gli argini inondando i campi e le costruzioni posti nelle vicinanze». Preso atto della situazione arrivano anche le richieste di intervento. «Il Wwf – conclude Mariotti – chiede un cambio di gestione e propone di ridare più “spazio vitale” ai corsi d’acqua, dove possibile, allargando il letto dei fiumi e collegando i corsi d’acqua ad aree di esondazione. Queste potrebbero essere i boschi di fondovalle residui che un tempo venivano periodicamente allagati. Le misure proposte avrebbero effetti positivi non solo sulla sicurezza idraulica, consentendo di proteggersi meglio dalle piene, ma porterebbero anche a un miglioramento degli ecosistemi fluviali».













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