Laimburg, contro la cimice liberate oltre 300 vespe samurai 

Il progetto. Il centro di sperimentazione e il Consorzio Mela Alto Adige promotori della lotta al tanto temuto insetto Le zone di rilascio sono Bassa Atesina, Burgraviato, bassa val Venosta e Val d’Isarco. Obiettivo: difendere la frutticoltura



Laimburg. Hanno preso il volo e si sono subito messe a caccia del loro obiettivo, ossia le uova di cimice, con il chiaro intento di papparsene quante più possibile e falcidiare, così, la presenza, devastante per i frutteti nelle campagne altoatesine, delle cimici asiatiche. Anche quest’anno, come avvenuto in precedenza, è stata data l’autorizzazione al lancio della vespa samurai, ovvero l’antagonista naturale del mortifero (soprattutto per le mele) insetto, la cui presenza in Alto Adige si registra da sette anni a questa parte.

Il progetto

Il progetto è frutto dell’intesa fra il Centro di sperimentazione di Laimburg e il Consorzio Mela Alto Adige. Durante la ricerca di una possibile contromisura per debellare la minaccia è venuto fuori, grazie al lavoro sul campo, l’efficacia della vespa samurai nel contenimento della proliferazione della cimice. A quel punto è partito il progetto che ha portato a una serie di lanci di quello che è diventato l’alleato volante di contadini e ricercatori.

Il rilascio sul territorio

Anche per questa stagione, come detto, è stato dato il via libera al rilascio della vespa samurai. Il lancio è avvenuto in alcune zone ben precise della Bassa Atesina ma anche del Burgraviato, della bassa Venosta e della Val d’Isarco. Liberati in volo oltre 300 individui di sesso femminile e 30 di sesso maschile, allo scopo di farli riprodurre il più possibile.

I due nemici

La cimice asiatica è apparsa per la prima volta in Alto Adige nel 2016, proveniente dal Sud-Est asiatico; trattasi di un temibile parassita per una serie di colture, in primis il melo. Ma è un insetto fastidioso anche per l’essere umano, visto che lo si trova spesso e malvolentieri in casa. La sua particolarità è di rilasciare un odore sgradevole se attaccato. Anche la vespa samurai è originaria dell’Asia e infatti l’importazione dell’insetto deve avere il via libera ministeriale. La vespa depone le proprie uova all’interno delle ovature della cimice asiatica così da consentire alle proprie larve di nutrirsi delle uova di cimice (“parassitizzazione”). Il primo utilizzo risale al 2020, dopo che il ministero aveva dato l’ok nel 2019. L’autorizzazione è stata nuovamente concessa e così il progetto può proseguire anche quest’anno.

I promotori

Georg Kössler, presidente del Consorzio Mela Alto Adige, in una nota rimarca la strategia della sostenibilità portata avanti nella lotta ai parassiti. Silvia Schmidt, responsabile del gruppo di lavoro di Laimburg, evidenzia, invece, come «il grado medio di parassitizzazione è salito di quasi un terzo rispetto all’iniziale 10% nelle località di rilascio». Nella nota diffusa dal Consorzio Mela Alto Adige viene anche sottolineato come i risultati ottenuti dal progetto svolto in collaborazione con il Centro di Sperimentazione Laimburg, che vede protagonista la vespa samurai, siano di molto superiori rispetto a quelli ottenuti in progetti svolti negli anni precedenti. «La vespa samurai, peraltro, proprio come le specie autoctone di Icenumonidi, non ha nulla in comune con il temuto parassita: non punge ed esteriormente somiglia più a una formica volante che a una vespa». GL.M.













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