Un “mare” di candele antigelo 

Evitati danni ai frutteti. «Dal 1987 in Alto Adige non è mai stato così freddo a maggio», assicura il meteorologo provinciale Dieter Peterlin I contadini - in diverse vallate altoatesine - hanno accesso migliaia di piccoli fuochi per non fare scendere la temperatura sottozero


Massimiliano Bona


Egna. Un colpo d’occhio eccezionale, in Bassa Atesina, ma anche nel resto della provincia, dalla val d’Isarco alla val Venosta. Chi si è affacciato alla finestra è rimasto letteralmente rapito dal mare di candele antigelo che ha illuminato per tutta la notte le vallate di quasi tutta la provincia di Bolzano. È stato - è bene sottolinearlo - un freddo record, almeno per questo periodo dell’anno, come confermano anche gli esperti. «Dal 1987 la temperatura non è mai scesa così in basso a maggio», come spiega il meteorologo provinciale Dieter Peterlin. A Solda sono stati registrati questa mattina 9 gradi sotto zero, a Selva Gardena -7 e a Dobbiaco -6. Vipiteno e Brunico sono state invece le città più fredde con -3 gradi. Per evitare danni ai vigneti, ma anche ai meleti e alle piantagioni di albicocche, i contadini hanno accesso migliaia di piccoli fuochi per non fare scendere la temperatura sotto lo zero. In alcune zone dell'Alto Adige è stata anche attivata la anche l’irrigazione antibrina che crea uno strato di giaccio sugli alberi per impedire danni alla fioritura, creando spettacolari paesaggi di ghiaccio, di certo non meno suggestivi del mare di candele.

La tecnica: contenitori di cera tra i filari.

Tra i filari vengono posizionati dei contenitori di cera, il cui utilizzo consente di alzare la temperatura di qualche grado. La speranza, poi, è che l’aria riscaldata eviti il congelamento dei germogli e dei fiori e quindi danni seri alle colture. È un metodo utilizzato dagli agricoltori che non dispongono di impianti di irrigazione a pioggia.

Residenti allarmati.

Parecchi cittadini, allarmati per il fumo diffuso nell’aria si sono rivolti all’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima. Le candele bruciando paraffina producono naturalmente del fumo, ma come fanno presente i tecnici dell’Agenzia, si tratta di un fenomeno che non incide in modo rilevante sui valori limite annuali dell'inquinamento atmosferico. «L’impiego di candele accese contro le gelate notturne - spiegano i tecnici dell’Appa - è una pratica eccezionale limitata a pochi eventi meteo. Questa pratica, chiesta esplicitamente dalle organizzazioni dei contadini, è prevista dalla legge provinciale sulla qualità dell’aria».

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