BOLZANO

A Bolzano adesso si può ascoltare la voce di Oetzi

I medici del team di Fuestos insieme al Cnr di Padova hanno ricostruito il suono delle cinque vocali: rozzo e profondo


di Valeria Frangipane


BOLZANO. Gli esperti del San Maurizio insieme al Cnr (Centro nazionale ricerche) dell’Università di Padova hanno dato un primo rudimentale suono alla voce di Ötzi e gli hanno fatto pronunciare le prime cinque vocali. Vocali che risultano rozze e profonde, che rappresentano sicuramente un’approssimazione ma che ci restituiscono un’idea di quello che poteva essere il suono verosimile della voce dell’uomo vissuto 5.300 anni fa. Un risultato che il direttore dell’ Institute of Evolutionary Medicine dell’Università di Zurigo - Frank Rühli - ha trovato talmente straordinario da chiedere al team bolzanino-padovano una collaborazione per dare voce ad un’altra decina di mummie (tra peruviane ed egizie) conservate in Svizzera. Per i musei di tutto al mondo - a caccia di idee sensazionali per attirare turisti mai soddisfatti e sempre alla ricerca dell’incredibile - la possibilità di dare voce alle mummie rappresenta un business non indifferente. E ieri all’Eurac è stata riprodotta la primissima sintesi vocale della ricostruzione del tratto vocale di Ötzi. Sono stati infatti presentati - nell’ambito del convegno per i 25 anni dal ritrovamento della mummia - i primi risultati portati avanti dall'Ambulatorio di foniatria dell'ospedale San Maurizio, coordinato dal dottor Francesco Avanzini e dall’ex primario del reparto di Otorinolaringoiatria Rolando Füstös. Risultati e dati rielaborati e resi per così dire sonori e vivi dal professor Piero Cosi, coordinatore dell'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione dell'Istituto nazionale delle ricerche (Cnr) presso l'Università di Padova. «Vi confermo che non si potrá definire la voce di Ötzi - spiega Füstös - ma un incoraggiante punto di partenza per ulteriori studi, sviluppi ed approfondimenti successivi».

Ma come si fa a ricostruire la voce dell'uomo dei ghiacci vissuto più di 5 mila anni fa? Il lavoro sembra impossibile da portare a termine. «Si lo so, sembrava incredibile ma invece grazie al lavoro che abbiamo portato avanti si riesce ad avere un’idea abbastanza fedele dei suoni che emetteva. Attraverso le scansioni - spiega Füstös - e l'elaborazione delle immagini della Tac eseguita sulla testa e sul collo di Ötzi, si è potuto ricavare una determinazione abbastanza attendibile del condotto vocale, ovvero della "cassa armonica"... la cavità di risonanza e da qui si è riusciti a ricavare un primo suono dal quale partire per ricostruire la voce. Successivamente, grazie all'utilizzo di un elaborato software in dotazione presso l'Istituto del professor Cosi, è stato possibile stabilire la distribuzione dell'energia acustica, del suono vocale che in questo caso è stato creato da sintetizzatori vocali». Rolando Füstös spiega che «il team considera lo studio un punto di partenza per ulteriori approfondimenti e successive rielaborazioni che ci potranno consentire di avvicinarci ulteriormente a quello che poteva essere il prodotto fonatorio dell’uomo del Similaun».













Altre notizie

il ricordo

«René, un modello per i nostri giovani con l’etica del samurai nel cuore» 

Il sindaco: «Spaziava dalle arti marziali al gruppo parrocchiale, dal Volkstanzgruppe all’Egetmann. E c’era sempre per tutti» Anche il papà era morto in montagna. Il campione e amico Zadra: «Un esempio in termini di coraggio, onore, lealtà con un pizzico di sana follia» (nella foto René Calliari con l’amico e coach Markus Zadra)


Massimiliano Bona

Attualità