A Bolzano celebrato il primo funerale guidato da un laico

A officiarlo Hans Duffek, nella vita imprenditore elettrico Da sei anni animatore delle Liturgie della Parola in Duomo


di Davide Pasquali


BOLZANO. Il protagonista non ci vede nulla di particolarmente eclatante. E spiega che in futuro sarà più che un’eccezione la regola, e non solo per la carenza di vocazioni religiose, ma anche perché, «oggi, alla gente, basta una bella cerimonia per dire addio ai propri cari». E se in Italia è novità assoluta, non così nei paesi di area germanofona. Fatto sta che il bolzanino Hans Duffek, nella vita secolare titolare di una ditta di elettricisti con venti dipendenti, da 35 anni nel comitato parrocchiale del duomo, gran cerimoniere nelle messe solenni, uno dei 17 partecipanti al corso di due anni che la diocesi di Bolzano-Bressanone ha avviato per la formazione di guide alle liturgie funebri, ha officiato il primo funerale celebrato da un laico. Tiene un profilo basso, Duffek, non vorrebbe si facesse il suo nome, scherza dicendo che ha trovato il tempo perché in azienda è il capo e quindi fa ciò che vuole, salvo che poi deve recuperare restando al lavoro la sera. Però il Servizio informazione religiosa della Conferenza episcopale italiana ora al riguardo ha tenuto a pubblicare un lungo e circostanziato servizio giornalistico specializzato sul proprio sito web: «Nella cappella del cimitero del capoluogo altoatesino - scrive la giornalista bolzanina Irene Argentiero - un piccolo gruppo di persone è raccolto per dare l’ultimo saluto ad una donna, che per anni è stata una presenza attiva nella chiesa. A poca distanza dal feretro, circondato dai fiori, i figli della defunta. A presiedere la liturgia funebre Hans Duffek, da sei anni animatore delle Liturgie della Parola nella parrocchia del duomo di Bolzano». Non c’è alcuna differenza, tra un funerale celebrato da un parroco e da un laico. «E ci mancherebbe altro», precisa proprio Hans Duffek. A parte che «ci sono sacerdoti più dotati di me nel canto», racconta sornione. Certo, non c’è l’eucarestia, ma come avviene da anni nella recita del rosario, e come avverrà probabilmente in futuro per battesimi e matrimoni, la cerimonia della sepoltura è la medesima, che ad officiarla sia un laico o un religioso. La cerimonia eucaristica ha luogo poi la domenica successiva. La liturgia della parola, però, ha la medesima validità. Racconta ancora Duffek: «Quando il decano mi ha chiamato chiedendomi di guidare la liturgia funebre nella cappella del cimitero e di accompagnare, successivamente, il feretro nel luogo in cui sarebbe stato inumato, ho subito accettato». La liturgia è stata preparata nei minimi dettagli. Dopo una breve biografia della defunta, lo spazio è stato riservato alla preghiera e alla Parola di Dio. «Quando ho incontrato i familiari, questi mi hanno salutato chiamandomi ‘parroco’», conclude Duffek. «Ho subito spiegato loro che ero un animatore di liturgie della Parola e per loro non c’è stato alcun problema».

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