A Gries spuntano mura romane

Dal cantiere per il nuovo Grieserhof emerge un imponente struttura: potrebbe essere un tempio


di Alan Conti


BOLZANO. Gries era romana. Quello che sembrava un indizio storico sta assumendo sempre più i caratteri di certezza storica. Alcune famiglie facoltose l’avevano scelta per costruirci le proprie ville, ma potrebbe essere un cantiere a svelare molto di più. Proprio a Gries, infatti, poteva esserci un’importante luogo di culto o, addirittura, la statua di Druso. Il cantiere del Grieserhof, in questo senso, restituisce una sensazionale scoperta tra storia e immaginazione. Una traccia che potrebbe regalare importanti novità sulla storia della città.

Via Cologna, dunque, è stata per anni scrigno di uno dei ritrovamenti archeologici più importanti di Bolzano. Gli scavi per il cantiere della nuova residenza per anziani cominciati alla fine dello scorso agosto, hanno portato alla luce un antico muro che potrebbe essere la base di una struttura importante dell'epoca romana. La sorpresa è recente ed è ancora molto presto per fare ipotesi che siano verosimili, ma di certo la traccia storica è rilevante. Potenzialmente siamo di fronte a qualcosa che potrebbe ridisegnare la geografia storica del capoluogo altoatesino.

«Possiamo dire con sicurezza che si tratta di materiale romano – spiega la direttrice dell'ufficio provinciale beni archeoligici Catrin Marzoli – anche se mischiato con molti altri segmenti che vanno datati e identificati meglio. Bisognerà procedere con analisi più approfondite per determinare di quale epoca si tratti e la precisa funzione di questa struttura all’interno di un contesto sociale».

Qualcuno ha ipotizzato che il basamento in calcare veronese (rosso ammonitico) possa rapppresentare l'appoggio di un luogo di culto imponente oppure della statua del generale Druso che fondò Bolzano. «Non c'è nulla che ci possa far dire questo con certezza storica – replica Marzoli – perchè dovremo procedere ulteriormente con gli scavi prima di avanzare delle ipotesi». Le dimensioni del reperto, in ogni caso, sono notevoli. «Parliamo di un'area di circa 25-30 metri. Adesso andremo avanti con i lavori impiegando tutto il tempo necessario perché siamo di fronte a un muro che si trovava molto in profondità». Nel frattempo il cantiere per il nuovo Grieserhof si fermerà. «Certo, noi dobbiamo svolgere il nostro lavoro. Tempi? Non possiamo stabilirli con certezza, i fattori sono molteplici».

Quel che è sicura, adesso, è una presenza importante dei romani nella zona di Gries. «Nel 1981– chiude Marzoli – venne alla luce in vicolo della Fossa un insediamento rilevante. Si trattava, infatti, di una villa romana. Il tutto in una zona che è molto vicina al Grieserhof». Nel dettaglio è stato stabilito che la villa presentava due diversi livelli edilizi. Il primo è signorile e risale alla prima età imperiale con la presenza di pregi architettonici come laterizi bollati, frammenti di marmo e tessere di mosaico. Il secondo, invece, è della media età imperiale (III secolo d.c.) e presenta un nuovo corpo di fabbrica rettangolare di tre stanze di cui una dotata di riscaldamento sotto pavimento. Fino ad ora quella di vicolo della Fossa rappresentava l’unica testimonianza della struttura dell’antica Pons Drusi andata poi completamente distrutta con la costruzione della città medievale. Non c’è, insomma, alcuna certezza sull’ubicazione del nucleo originario di Bolzano. Per qualcuno sarebbe da individuare nell’attuale centro storico, per altri il raggio potrebbe essere molto più ampio (Gries, in questo senso, rientrerebbe in gioco). In passato si è anche pensato di individuarla sotto Castel Firmiano o a Rencio, dove si pensava trovasse posto anche la statua di Druso.

Potrebbe, insomma, esserci un legame significativo e “urbanistico” tra i due edifici ritrovati a Gries.

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