Ai Domenicani l’addio a Maurizio Socin 

Ieri si sono tenuti i funerali del bidello precipitato da un seggiolone da arbitro alle Archimede



BOLZANO. Un mesto addio, quello di ieri pomeriggio alla chiesa dei Domenicani, per Maurizio Socin, il sessantenne bidello delle Archimede che ha perso la vita precipitando nella palestra della scuola. A salutarlo, oltre alla famiglia e agli amici, anche i colleghi di tanti anni di sport, a cominciare dai compagni del Savoia Basket, nel quale aveva militato per anni.

«L’ultimo sprint di Maurizio sulla terra», lo ha definito don Mario Gretter all’inizio della cerimonia funebre. «Siamo qui», ha proseguito, «perché non vogliamo che questa sia l’ultima cosa che facciamo assieme a lui. Che sia l’ultimo sprint, l’ultima gara, l’ultimo allenamento, l’importante è ciò che il signore ha fatto per lui. Siamo qui in sofferenza, con dispiacere, in mancanza di parole». Poche le parole anche sul luttino, fatto stampare dalla famiglia, dalla moglie, dal figlio, dai fratelli di Socin. Sono parole dello scrittore russo Nikolaj Vasilievich Gogol: «Conservare in mezzo a qualsiasi amarezza l’alta serenità che non deve mai abbandonare l’uomo».

Socin, al termine della cerimonia sacra, è stato cremato.

Sessant’anni, un passato e pure un presente da atleta impegnato ed appassionato, Socin aveva perso la vita il 5 settembre scorso, precipitando da un seggiolone da arbitro nella palestra delle scuole Archimede di via Roen. L’autopsia aveva stabilito che si era trattato di un incidente sul lavoro, non dovuto a un malore. È attualmente in corso un’indagine per stabilire se vi siano delle responsabilità penali da parte di terzi.

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