Ale Polì: finalmente a casa a 100 giorni dal trapianto

A casa dopo cento giorni. Una "licenza" breve, concessa dai medici fino a martedì, ma Alessandro «Ale» Polì, finalmente è potuto tornare alla normalità



BOLZANO. A casa dopo cento giorni. Una "licenza" breve, concessa dai medici fino a martedì, ma Alessandro «Ale» Polì, finalmente è potuto tornare alla normalità. Cento giorni dopo il trapianto di midollo. Cento giorni passati in una stanza di ospedale a Padova, moltissimi in isolamento. Ieri gli amici hanno affisso uno striscione enorme: «Ben tornato». Perché questo bambino di 11 anni che sta lottando contro la leucemia, è diventato un simbolo.

Bolzano riabbraccia il piccolo Ale e lo fa in un giorno particolarmente simbolico. Alessandro Polì è il bambino di 11 anni che tutta la città ha adottato nella sua lunga lotta alla leucemia culminata con il trapianto di midollo osseo operato a Padova ai primi di maggio. Da allora Ale è rimasto in Veneto, sempre sostenuto dalla sua famiglia e dalle migliaia di persone che quotidianamente seguono la sua storia attraverso il gruppo di Facebook curato dalla mamma Emanuela Imprescia. Allo scoccare del centesimo giorno, però, ecco la buona notizia: Alessandro ha potuto far ritorno a casa per un weekend lungo, fino a

La presenza quotidiana a Padova, infatti, è in questa fase particolarmente importante dato che permette un'analisi costante di Alessandro al fine di prevenire qualsiasi insorgere di virus, pericolo sempre in agguato per un organismo dalle basse difese immunitarie. La prospettive dei quattro giorni da passare a casa sua, con mamma, papà, fratelli e nonni, però, è un regalo per tutta la famiglia Polì. «Un bel momento - racconta mamma Emanuela - che ha regalato nuova carica anche ad Ale. Siamo stati all'ospedale e siamo stati accolti da uno striscione che recitava "Bentornato Alessandro": ci siamo sentiti davvero a casa. Qui siamo circondati dagli affetti e da un'attenzione che a Padova, comprensibilmente, dati i grandi numeri è difficile pretendere».

Curioso, invece, il fuoriprogramma di giornata: «Verso le 13, quando i clienti sono pochissimi, ho accompagnato Ale al supermercato. E' stato bello e dopo mi ha confidato di aver trascorso "una giornata molto intensa". A Padova era spesso stanco, qui sembra aver trovato nuove energie e sta ricaricando le batterie». Emanuela, come sempre, vive questa sfida a tutto tondo, impegnandosi a spiegare per filo e per segno quanto accade. Con noi rinnova la consueta disponibilità.

«La soglia dei 100 giorni, per la verità, oltre a rappresentare un numero tondo è da molti considerata un traguardo significativo. Non le nascondo che abbiamo incontrato delle difficoltà perché Alessandro ha avuto un "attecchimento non brillante" che comporta dei valori bassi nel sangue e mette il sistema immunitario in una situazione precaria». In un quadro simile si aggiunge la possibile riattivazione di alcuni virus. «Sia quelli di Alessandro sia quelli della donatrice possono ricomparire, come accaduto con la mononucleosi. Ovviamente nel caso bisogna intervenire con terapie d'urto e analizzare costantemente i valori per accorgersene in tempo». Da qui la necessità di non allontanarsi troppo da Padova: «A giorni alterni vengono effettuate varie analisi di controllo.

 Oggi Ale pesa 24 chili ed è comunque impensabile sottoporlo a viaggi di 600 chilometri tra andata e ritorno ogni due giorni. Con lo scorrere del tempo, però, anche gli screening potranno diradarsi e il ritorno a Bolzano potrebbe diventare abbastanza definitivo». Nel festeggiare un Ferragosto dal segno positivo, comunque, Emanuela ha voluto lasciare i propri ringraziamenti personali in un post all'interno del gruppo di Facebook, senza dimenticare di rimarcare l'aspetto centrale di tutto, ovvero il valore della donazione. «Un grazie - si legge - a tutti voi che siete con abnegazione ancora qui accanto a noi, grazie a tutti coloro che hanno permesso questa rinascita: la donatrice in primis che alloggia già nei nostri cuori, i medici ed il personale ospedaliero grazie ai quali il miracolo s'è compiuto».

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