linguaggio

Alto Adige, le direttive della Provincia: si dice “sindaca” e “ingegnera” 

La comunicazione agli uffici. L’avvertenza: negli opuscoli evitare gli stereotipi su uomo e donna. Alexander Steiner: «Seguiamo l’evoluzione della società» 



BOLZANO. L’uguaglianza tra donne e uomini passa anche attraverso il linguaggio. Una lingua che «cancelli» il femminile frena i cambiamenti sociali. È un percorso continuo. La Provincia ha aggiornato nei giorni scorsi le «Direttive per il linguaggio di genere» indirizzato agli uffici. Contiene le linee per le comunicazioni, con approfondimenti sui testi giuridici, amministrativi e destinati al web.

Da diversi anni l’amministrazione aveva adottato le proprie linee guida: erano entrate così le diciture doppie come «i cittadini e le cittadine». La nuova versione è aggiornata e arricchita. Arriva sulla spinta del lavoro dei movimenti delle donne.

«L’amministrazione è permeabile rispetto alle evoluzioni della società», conferma Alexander Steiner (direttore generale della Provincia). Le linee guida sono state elaborate dall’Avvocatura della Provincia attraverso l’ufficio Questioni linguistiche. Un lavoro affine è stato avviato dalla diocesi con le proprie direttive sul linguaggio di genere. Il linguaggio di genere comporta una certa macchinosità, ricorda Steiner, ma gli uffici hanno accolto bene il nuovo testo: «Piace il fatto che ci sia uniformità nella nostra comunicazione verso l’esterno».

Le versioni in lingua italiana e tedesca rispecchiano le differenze culturali. «Nell’italiano esiste tutta una serie di denominazioni di professioni, titoli e cariche, che – pur ammettendo la forma femminile – sono usate preferibilmente al maschile», si legge, «Anche se il sistema linguistico prevede la forma femminile, purtroppo ancora oggi questa incontra molte resistenze e non è sempre accettata. Questo perché, diversamente che in tedesco – lingua con una sensibilità più sviluppata in un’ottica di genere – in italiano alle forme femminili è attribuita una connotazione riduttiva rispetto a quelle maschili.

Ad esempio, il termine “segretaria” è usato nel senso di “segretaria del sindaco, dell’avvocato”, ma non per designare colei che ricopre un incarico pubblico come “segretario generale” e “segretario di Stato”, titoli adottati esclusivamente al maschile». Date ormai per assodate le forme sdoppiate («gli elettori e le elettrici»), le linee provinciali insistono quindi sulle denominazioni professionali, che in molti casi incontrano ancora resistenze: si va da elettromeccanico/elettromeccanica a notaia, prefetta, chirurga e ingegnera.

Tra le eccezioni riconosciute, il termine «medica», «che fatica ad entrare nell’uso, si continua preferire la forma maschile». In generale, proseguono le raccomandazioni, nella elaborazione di opuscoli e pubblicazioni, vanno evitati gli stereotipi di genere: non raffigurare le persone «relegandole in ruoli ben precisi, ad esempio l’uomo come capo ufficio e la donna come la segretaria, oppure come medico e infermiera». FR.G.













Altre notizie

l’editoriale

L’Alto Adige di oggi e di domani

Il nuovo direttore del quotidiano "Alto Adige" saluta i lettori con questo intervento, oggi pubblicato in prima pagina (foto DLife)


di Mirco Marchiodi
la promessa

Kompatscher: «Adesso basta: stop a case costruite per i turisti» 

L’emergenza abitativa. La risposta del governatore ai sindacati: «Gli alloggi nelle nuove aree convenzionate solo per residenti stabili». I rappresentanti dei lavoratori: «La zona di ponte Roma resti produttiva». Il sindaco: «Bisogna ampliarsi nei centri limitrofi»


antonella mattioli

Attualità