Sicurezza

Altre venti telecamere: Bolzano sale a quota 170 

Aumentano gli occhi elettronici in città. Il sindaco Renzo Caramaschi: «La strategia a lungo termine ha portato ottimi frutti». La richiesta di sicurezza dei cittadini: «Sono loro a presentare le domande in Questura»



BOLZANO. «Con queste nuove venti, Bolzano può contare adesso su 170 telecamere», dice il sindaco Renzo Caramaschi. Occhi elettronici che utilizzano tecnologia tra le più avanzate pensati per la sicurezza dei cittadini. Una strategia a lungo termine che ha portato ottimi frutti per avere una città più sicura. «La richiesta parte dai cittadini, le domande vengono quindi inoltrate alla questura che decide». Come è accaduto anche in questo ultimo caso.

I costi a carico del Comune oscillano tra i 360 ed i 400 mila euro l’anno. «Non si tratta del mero prezzo dei meccanismi - continua Caramaschi - ma del denaro che va investito per il collegamento e la manutenzione del sistema di videosorveglianza».

Lo scopo è dissuadere da comportamenti scorretti, ma anche controllare da remoto le zone più critiche di Bolzano per intercettare fenomeni di criminalità. Non solo: gli occhi elettronici servono anche come deterrente contro comportamenti incivili, come per esempio l'abbandono di rifiuti e si sono spesso rivelate fondamentali nelle indagini delle forze dell’ordine. Un risultato importante, nell'ottica di una tutela sempre crescente del territorio e dei cittadini.

Le telecamere saranno posizionate quanto prima in varie zone del capoluogo e sono l’esempio di una flessibilità di impiego in grado di connettere più funzioni ma riversabili infine in un un’unica centrale di controllo per poter decodificare le indicazioni telematiche. Sotto la lente d’ingrandimento tutti gli ingressi urbani. Sia quelli principali che i secondari e tutti i quartieri della città.

Il loro primo compito, vista anche la loro dotazione digitale le configura come “fari” posti a controllare i flussi di traffico. Serviranno anche nel caso ci fossero emergenze legate alla qualità dell’aria visto che si possono, con i dati che verranno inviati ai vigili, filtrare le auto più o meno inquinanti, controllando così, e poi sanzionando, chi si muove senza averne titolo. Tempi duri per esempio per i diesel Euro 3 che saranno bloccati a fasce orarie dal primo gennaio 2023.

L’altro orizzonte delle postazioni è anche quello del traffico pendolare: in base ai numeri forniti dagli osservatori digitali il Comune potrà avere dati reali e aggiornati su quante auto gravitano sul capoluogo e, nel caso, filtrare gli accessi, se un domani dovesse servire.













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