La storia

Anziana over 90 con due badanti: negato l'assegno di cura più ricco

La signora Ada: «Sono stata ricoverata 4 mesi in ospedale per il Covid, ne sono uscita non più autosufficiente Oggi mi assistono due signore ma la Provincia mi nega l’assegno di cura da 960 euro al mese e non so come pagarle».


Valeria Frangipane


BOLZANO. «Sono anziana ed invalida, più vicina ai 100 che ai 90. Tra l’ottobre del 2020 ed il febbraio 2021 mi sono fatta quattro mesi di Covid in ospedale, ne sono uscita sfinita e non più autosufficiente. Oggi vivo in sedia a rotelle. Ho chiesto alla Provincia un assegno di cura più ricco e di passare dal primo al secondo livello, circa 960 euro al mese, ma me l’hanno negato. Non so fino a quando riuscirò a permettermi due badanti. Fortuna che la casa che abito è mia e che ricevo una pensione appena salita da 1.200 a 1.600 euro al mese Mi hanno detto che posso fare ricorso... ma cara Provincia con che “spicci” pago l’avvocato?».

A raccontare è la signora Ada. «Il Covid mi ha segnata nel fisico e nella mente. Prima, anche se invalida da anni, mi arrangiavo. Uscivo di casa e guidavo l’auto. Dopo non sono stata più in grado di fare nulla da sola. E adesso la situazione è questa ma niente secondo livello, mi devo accontentare del primo, di 569 euro al mese».

Ma la signora Ada - che non ha figli ed ha una nipote che vive a Verona già nonna - vuol farsi sentire e l’ha messo nero su bianco. «Noi anziani, anche se “quasi centenari”, desideriamo avere voce. Ad ogni compleanno mi sento ripetere la stessa frase. “Quasi cento”, allora dobbiamo festeggiare! Ma cosa festeggiamo? Ci sono momenti che ti senti un po’ più serena, non abbandonata tra i pensieri. Ma ti mancano le persone - i parenti, gli amici - con i quali hai trascorso i più interessanti periodi della vita. Morti prima di te. E quando le facoltà lentamente ti abbandonano che fai? Ti affidi ad una badante, io ne ho due, o alla casa di riposo dove magari ogni tanto ti farà visita un’assistente sociale. La realtà è che piano piano siamo sempre più soli e non ci resta che fantasticare. E il Covid oltre che sulla nostra sanità ha inciso ancora di più sulla solitudine e sulle nostre finanze».

Anziani soli che hanno paura di non farcela. Di non avere soldi abbastanza. «Nel 2021 ho presentato domanda di secondo livello attraverso l’associazione Auser e la risposta arrivata dieci mesi dopo e anche di più è stata negativa. Mi confermano il primo livello (569 euro al mese) ma mi negano il secondo (900 euro). E io adesso che faccio? Mi dicono di fare ricorso. E con che soldi faccio ricorso se non ne ho per le badanti?».

Un gatto che si morde la coda. L’appello fatto alla Provincia è di valutare meglio caso per caso. E va detto che le interpretazione restrittive dei team di valutazione per l’assegno di cura - unico in Italia - sono dovute anche all’esplosione del numero di anziani che fanno richiesta.

Nel corso del 2021 la Provincia ha speso un’enormità: 255 milioni (12.3 in più) per assistere 16 mila persone. Il 75% (circa 12 mila) a casa - con l’aiuto delle badanti - ed il 25% (circa 4 mila) in casa di riposo.

L'assegno viene erogato per l'assistenza tra le pareti di casa e per quella in casa di riposo (in questo caso viene intestato agli istituti). E la stangata peggiore è attesa tra il 2035 ed il 2040 quando i baby boomers, nati entro gli anni Sessanta, andranno a pesare su un sistema assistenziale già sotto pressione.

I contributi (sganciati dal reddito) vanno da 569 a 1.800 euro al mese: primo livello 60-120 ore (569 euro); secondo l 120-180 ore (900 euro); terzo 180-240 ore (1.350 euro) e quarto livello oltre le 240 ore (1.800 euro). «Ho due badanti, speravo con tutto il cuore nel secondo livello viste le mie reali condizioni di vita, Ma mi è stato negato». La signora Ada invita ad una riflessione seria.













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