l'indagine

Anziani, attese infinite in sanità: «Servono corsie preferenziali» 

Tra gli over 75 c’è una soddisfazione piuttosto elevata, in particolare per la famiglia e l’abitazione Il 30% degli intervistati è però fragile. I medici: «Occorre garantire un accesso prioritario alle visite ambulatoriali»


Valeria Frangipane


BOLZANO. Gli anziani in Alto Adige vivono bene. Soddisfatti della vita, contenti dei rapporti familiari e della casa (hanno evidentemente finito di pagare il mutuo).

Il fronte sanitario li vede però spesso in difficoltà, perché l’accesso alle cure è complicato da liste d’attesa infinite.

Il sondaggio: 1.700 risposte

Questi in estrema sintesi i risultati di un sondaggio su un campione di over 75 (contattati in 3.600, hanno risposto in 1.695), effettuato tra febbraio e maggio 2023 dall’istituto provinciale di statistica Astat - direttore Timon Gärtner - e dall’Istituto di Medicina generale e Public Health di Bolzano.

Ma cosa vogliono i 51 mila anziani altoatesini?

Sostanzialmente pensioni più consistenti (66%), più aiuto per le procedure digitali che troppo spesso li mandano in crisi, più posti nelle case di riposo e un accesso ai servizi sanitari più agevole (58%).

Il problema dei fragili

L’8% delle persone over 75 dice per fortuna di stare molto bene e il 34% di stare bene.

Il 47% considera discreto il proprio stato di salute.

«Se estrapoliamo i dati dello studio - spiega Dietmar Ausserhofer, responsabile dell’indagine - risulta che delle circa 51.000 persone di età pari o superiore a 75 anni che vivono in provincia di Bolzano, circa 15.000 possono essere classificate come ‘fragili’. E si tratta di persone che mostrano una perdita di autonomia».

Giuliano Piccoliori - responsabile scientifico dell’Istituto di Medicina generale - evidenzia come all’interno degli over 75, a fronte di una maggioranza che manifesta buona salute e soddisfazione per la propria situazione, ci sia appunto un gruppo di fragili per motivi fisici o socio-ambientali che deve essere monitorato per continuare a mantenersi indipendente ed in buona salute il più a lungo possibile.

«Gli over 75 affetti da malattie croniche che rischiano un rapido peggioramento delle condizioni fisiche - con perdita di autonomia e qualità della vita - devono poter contare su un accesso facilitato alle prestazioni sanitarie».

Che significa?

«Corsie preferenziali per l’accesso in sanità. Non è possibile che aspettino mesi per una visita ambulatoriale o per un esame diagnostico, proprio perché il peggioramento spesso è repentino. Certamente una Medicina generale in sofferenza per un mancato ricambio generazionale - a tutt’oggi in Alto Adige mancano un’ottantina di medici di famiglia e nei prossimi sei/sette anni ne andranno in pensione un altro centinaio - ed una mancata riorganizzazione di lavoro e ruolo - rendono le prospettive ancora più preoccupanti. Sempre più in crisi anche l’assistenza territoriale che deve fare i conti anche con una cronica carenza di infermieri».

In pratica - continua il medico - ogni over 75 ha usufruito di almeno una visita o di un trattamento necessario negli ultimi 12 mesi. «Ci si augura che in Alto Adige venga garantito agli anziani fragili un accesso prioritario, ad esempio a prestazioni specialistiche ambulatoriali. Ricordiamo che il 98% dei partecipanti allo studio ha dichiarato di aver richiesto una visita o un trattamento necessario almeno una volta negli ultimi 12 mesi, che il 58% desidera un accesso più agevole ai servizi sanitari. E se il 61% delle persone anziane è autonomo e non ricorre a servizi di assistenza, tra le persone fragili la percentuale scende al 23%, mentre tra le persone non fragili sale al 78%».

Come vengono aiutati i fragili? «Con l’assistenza di una badante (20%), l’assistenza domiciliare (15%), l’assistenza infermieristica domiciliare (9%) e ancora con pasti a domicilio (6%)».

Fondamentale restare attivi.

Invecchia meno e meglio chi si mantiene attivo, con una buona socialità e un atteggiamento ottimista nei confronti della vita. Adolf Engl, presidente dell’Istituto di Medicina Generale, dice che lo studio mostra che gli altoatesini over cercano di rimanere attivi nel loro luogo di residenza e di partecipare alla vita sociale.

L’81% fa almeno un giorno alla settimana una passeggiata vicino a casa.

Il 57% fa attività fisica leggera per almeno un’ora o più a settimana. Scende invece – rispettivamente al 29% e al 9% – la percentuale di chi almeno un giorno alla settimana si reca in località limitrofe (entro 10 km) e la percentuale di chi si sposta settimanalmente in un raggio ancora più ampio.

Il 31% è attivo in un sodalizio o un’associazione (es. coro, banda musicale, ecc.) o nella propria parrocchia. Fondamentale la socialità. Sbagliato isolarsi

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













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