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Bolzano al vertice dei Comuni: «Il governo deve regolare i flussi» 

Alla riunione dell’Anci  prevista per domani, 19 settembre, scenderà l’assessore Andriollo con il sindaco Renzo Caramaschi in teleconferenza: «Cerchiamo una intesa trasversale per non far ricadere sui municipi il peso dell’emergenza. Basta slogan inutili»



BOLZANO. Domani (19 settembre) a Roma, Bolzano sarà in prima fila nel dire all’esecutivo: basta, siamo al limite. Inteso nel presidiare, con le uniche forze municipali, l’arrivo incontrollato dei migranti. «Ecco, la parola chiave è proprio incontrollato - dice Juri Andriollo - visto che l’assenza di un piano coordinato a supporto dei territori sta prosciugando risorse e ponendo le città di fronte a nuove emergenze pure sul piano dell’ordine pubblico».

L’assessore al sociale parte oggi per Roma. Domani sarà in via dei Prefetti 46, la sede dell’Anci, l’Associazione dei comuni italiani. «Io non potevo scendere - spiega Renzo Caramaschi - ma sarò collegato, come altri sindaci, in teleconferenza». Dall'1 gennaio a oggi a Lampedusa sono arrivati 123.863 migranti, l'89% in più rispetto ai 65.517 dello stesso periodo dell'anno scorso. Solo negli ultimi giorni ne sono sbarcati 8.141.

Cosa dirà il sindaco? «Che, nonostante il lavoro dei prefetti e delle forze dell’ordine, manca un disegno unitario da parte del governo, capace di diluire gli afflussi e di dotarli di uno schema di contrasto. Qui arrivano ogni giorno con tutti i mezzi, a piedi o in treno, e non sappiamo più dove metterli». Tanto che sia Caramaschi che Andriollo hanno evocato lo scenario delle tendopoli, visto che non è più possibile usufruire di strutture scolastiche come palestre o mense - come accaduto poco fa anche a Bologna e in Emilia, oltrechè in Veneto - dato che le lezioni sono ormai iniziate. Così, uno dei punti chiave tra quelli posti nell’ordine del giorno Anci recita infatti: «… proposte sull’immigrazione in particolare sui minori stranieri non accompagnati».

Su questo piano le amministrazioni, sia di destra che di sinistra, sono sullo stesso fronte. Si sta coagulando una maggioranza trasversale, che tiene insieme in particolare i municipi del Nord del Paese, con probabile definizione di un documento che chiederà all’esecutivo di Giorgia Meloni di cambiare rotta e di non scaricare le emergenze sulle spalle delle città di ultima destinazione. Costrette ad affrontare questi massicci arrivi praticamente a mani nude, inventandosi di volta in volta luoghi dove far fronte ad una iniziale accoglienza anche sanitaria e non solo di polizia.

Poi, Bolzano dirà di non gradire l’installazione dei un Cpr, un centro per il rimpatrio, nella cerchia urbana. «Già stiamo sopportando la gran parte del peso degli arrivi, che nel resto del territorio è quasi inesistente - ribadiscono sindaco e assessore - non è il caso di far giungere un ulteriore elemento di criticità». Ma su questo fronte la questione dovrà essere affrontata anche con la Provincia, la quale a sua volta avverte - soprattutto in questo periodo pre elettorale - la pressione delle valli. Bolzano, in conclusione, è decisa di farsi capofila di una “ribellione dal basso”, che la accomuna a tanti altri comuni del Nord: «Il tempo degli slogan è finito - chiude Andriollo - servono soluzioni». P.CA.

 













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